Difficile quantificare il costo di una morte o di una malattia. Ci ha provato l’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha), che ha effettuato uno studio sulle conseguenze economiche dell’inquinamento nelle aree più “nere” d’Europa, prendendo come riferimento 435 città del Continente per l’anno 2018. E purtroppo in questa classifica Brescia è tra i primi posti.
Nella leonessa, infatti, i cittadini pagano una “tassa” da 2.106 euro a testa, per un conto totale di oltre 399 milioni di euro all’anno, per gli effetti concreti dell’inquinamento: morti premature, costi delle cure mediche, giornate lavorative perse e altre spese sanitarie causati dai tre inquinanti atmosferici più pericolosi: particolato, ozono e biossido di azoto.
Al vertice di questa triste classifica ci sono Milano (2.800 euro a testa), Padova, Venezia e Brescia, che è addirittura settima in Europa. Qui l’85 per cento dei costi viene attribuito alle Pm10 e alle Pm2.5, il 4 all’ozono e l’11 all’azoto. Il 22% della extra spesa, invece, è motivato con le spese sanitarie di gestione delle malattie.
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