L’organizzazione Essere Animali ha manifestato ieri in corso Zanardelli – con un flash mob – “per richiamare l’attenzione sulle condizioni di vita di questi animali e lanciare un appello alla grande distribuzione organizzata”.
“Metà del pesce che arriva sulle tavole dei consumatori -proviene da allevamenti ittici ed è stato acquistato nei punti vendita della grande distribuzione organizzata. Con le nostre indagini abbiamo documentato l’utilizzo di procedure crudeli, chiediamo standard di allevamento più̀ rispettosi degli animali”, dichiara Serena Capretti, responsabile di Essere Animali per la città di Brescia. Attraverso due inchieste realizzate negli allevamenti di pesci situati in Italia e in Grecia, nazione dalla quale proviene più della metà delle orate consumate nel nostro paese, Essere Animali ha documentato le condizioni critiche in cui versano i pesci nell’industria dell’acquacoltura. Allevamenti simili a quelli per gli animali terrestri, con l’unica differenza che i pesci trascorrono più tempo – fino a 2 anni – nelle gabbie situate in mare aperto o in vasche sulla terraferma.
“La loro è una vita di privazioni, trascorsa in ambienti insalubri con altissime densità dove spesso vengono alimentati con mangimi medicati per contenere l’inevitabile diffusione di virus e batteri. I pesci i vivono in condizioni tali da non poter esprimere i loro comportamenti naturali e al momento dell’uccisione sono vittime di sofferenze atroci, lasciati agonizzare fuori dall’acqua o in vasche piene di ghiaccio dove impiegano minuti, se non ore, a morire”, continua Serena Capretti.
L’iniziativa di oggi è parte della campagna #AncheiPesci lanciata dall’organizzazione per sensibilizzare le persone sulla necessità di proteggere anche i pesci. In corso Zanardelli, angolo corso Palestro, è possibile firmare, rispettando tutte le misure anti contagio, la petizione diretta alle insegne della grande distribuzione organizzata affinché vincolino i propri allevamenti fornitori a tutelare il benessere e ridurre la sofferenza degli animali.
L’acquacoltura è il settore alimentare con il più alto tasso di crescita degli ultimi decenni, con una produzione che oramai rappresenta il 52% del pesce destinato al consumo umano. Con un consumo pro capite che si attesta intorno ai 30 kg, l’Italia è tra i maggiori paesi consumatori di prodotti ittici nell’UE, superando di ben 6 kg la media europea di 24 kg (fonte Eumofa, Osservatorio europeo del mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura). Branzino e orata sono tra le specie più consumate e, dopo la trota, anche tra quelle allevate in maggior numero nel nostro Paese.
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