Sul web e sui social è uno degli argomenti del dibattito di queste ore. Ieri, infatti, sono arrivati i sigilli anche nei supermercati bresciani, che dalle 18 – secondo quanto prevede la normativa – hanno impedito la vendita di qualsiasi alcolico: dal vino alla birra.
La Regione ha messo nero su bianco la decisione il 16 ottobre, con un’ordinanza (la 620) finalizzata a fermare la diffusione del contagio e in particolare gli assembramenti legati alla movida. Da qui diversi provvedimenti, validi da ieri fino al 6 novembre, tra cui quello per cui “è vietata la vendita da asporto di qualsiasi bevanda alcolica dopo le ore 18.00”, che ha suscitato le ire degli operatori del settore.
Dunque dalle 18 le bevande alcoliche si possono consumare solo ai tavoli, non in piedi. E nessuno può vendere da asporto. Vale per bar e ristoranti, ma anche per attività artigianali, negozi di liquori e rivendite di qualsiasi tipo.
Non tutti, però, avevano considerato che il provvedimento riguarda anche i supermercati e ragionato sul fatto che chi entra in un supermercato dopo le 17.30 – un orario quasi vincolante per chi lavora – dopo pochi minuti si vede vietato qualsiasi acquisto di alcolici alla cassa. Una decisione probabilmente motivata con la volontà di fermare i ragazzini che fanno spesa low cost di superalcolici poco prima di uscire. Ma che – secondo molti – finisce per penalizzare ingiustamente tutti.
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