di Sara Ferrari – Da un qualche tempo si aggira nei pensieri la voglia di condividere la vostra vita con un animale che non sia cane, gatto o furetto? Se volete dare casa ad una specie esotica perché vi sentite attratti da questa tipologia dovete riflettere su alcuni aspetti.
Gli animali esotici, in gran parte non autoctoni (ovvero non originari del nostro Paese), necessitano di modalità di detenzione particolari, di strutture idonee, di alimentazioni corrette, di vaccini adeguati per prevenire malattie specifiche. Il numero di questi animali è cresciuto notevolmente negli ultimi anni perché spesso sono acquistati come moda del momento o come souvenir di viaggi in paesi esotici, dove è facile trovarli per pochi dollari. A livello di massa inoltre, questi animali sono spesso allevati, anche illegalmente, per l’industria delle pellicce e dell’oggettistica, oppure utilizzati come attrazione per zoo itineranti o circhi. Le numerose normative pur molto severe, spesso sono ignorate anche in buona fede dai cittadini, che pertanto acquistano questi esseri viventi inconsapevolmente e poi, venuti a conoscenza delle norme o anche solo resisi conto dell’ingestibilità di tali animali, che domestici non sono, tendono ad abbandonarli.
Se poi ci si trova a doversi allontanare da casa per alcuni giorni è spesso difficile gestire l’accudimento. Forse ancora più che per cani e gatti. Ma non è una giustificazione valida per disfarsi di un amico che si fidava di noi. E’ doveroso sottolineare che anche gli animali esotici infatti si affezionano, a modo loro, alle persone che li accudiscono e all’ambiente in cui vivono. L’abbandono è quindi un trauma per l’animale che spesso non sa come cavarsela in un ambiente che non è il suo ed ha anche un notevole impatto ambientale in quanto, trattandosi di specie non autoctone, possono insidiarsi in un territorio e danneggiare profondamente l’intero ecosistema non avendo predatori naturali. È l’esempio attuale delle tartarughe semiacquatiche americane, delle nutrie, dei visoni, delle cornacchie, di alcune tipologie di pesci e quant’altro.
In alcuni casi lo sbarazzarsi di specie esotiche può creare anche seri problemi alla salute e all’incolumità pubblica. Si pensi ad esempio all’abbandono di un serpente pitone o di un grande felino o ancora di procioni, che sono portatori di gravi malattie come la rabbia. Proprio per questo l’Italia, con il decreto del Ministero dell’Ambiente del 19 Aprile 1996, ha stilato un elenco delle specie animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità di cui è conseguentemente proibita la detenzione, se non con particolari autorizzazioni (www.minambiente.it).
Quando si parla di animali esotici, come era già stato affrontato diversi articoli fa, si parla di tutte le specie, per la maggior parte importate in Italia, definite “animali da compagnia non convenzionali”: rettili, pesci, anfibi, uccelli e piccoli mammiferi e tra quest’ultimi ci sono i tanto amati coniglietti. Non sono considerati come animali da compagnia convenzionali perché la detenzione in cattività non rappresenta la soluzione di vita migliore per loro e, qualora si sia assolutamente intenzionati ad averli, è sempre bene non acquistarli ma adottarli rivolgendosi a vari enti che valuteranno la richiesta in base alla disponibilità degli esemplari presenti ed alla tipologia di persone che ne fanno richiesta.
L’adozione è la scelta più etica se si vuole evitare il perpetuarsi di questo circolo vizioso: rivolgendosi ad associazioni si può avere infatti la garanzia di essere seguiti da persone di grande esperienza nel mondo degli esotici, il cui sostegno completa le cure obbligatorie da parte di veterinari esperti. E naturalmente adottare significa salvarli da morte certa. Ricordo sempre che anche per gli animali esotici sono proposte adozioni a distanza da enti riconosciuti ed affidabili che forniscono tutte le informazioni in merito alla modalità. Gli enti in questione in genere rendono noto le attività con campagne pubblicitarie di cui viene data diffusione in associazioni che si occupano di adozioni, in negozi di alimenti animali, sui relativi siti internet e sui social (alcuni esempi WWF, Legambiente, AAE onlus etc.). Si ha in questo modo la garanzia di essere aiutati ed informati da personale competente.
www.enpabrescia.it
www.vetexotic.it
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