Ci sarebbero anche alcuni bresciani tra i tre arresti in carcere, quattro ai domiciliari e un obbligo di dimora disposti dal Gip ed eseguiti dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano nell’ambito di un’inchiesta che avrebbe fatto emergere una serie di raggiri illeciti per incassare crediti irreperibili, ovvero non riscossi dai creditori (tra cui creditori defunti).
Secondo l’accusa i fatti risalirebbero al periodo dal 2012 al 2018: una “talpa” alla sezione fallimentare del tribunale si occupava di individuare i crediti giacenti riferibili a creditori irreperibili, poi altre persone, tra cui curatori fallimentari, simulavano la cessione degli stessi crediti a società riconducibili agli indagati per poi reclamare e riscuotere il denaro.
Le somme sarebbero dovute andare allo Stato, ossia al Fug, il Fondo unico per la giustizia.
Sono quindi scattati gli arresti per reati fallimentari, truffa e falso. Tra i bresciani un uomo classe 1944 di Castel Mella, un 68enne di Castenendolo e una funzionaria del comune di Ome.