Vino bresciano, i dati delle guide specializzate a confronto | BARBERA & CHAMPAGNE/13

Le Guide 2020 hanno premiato in totale 73 etichette bresciane.L eader incontrastata la Franciacorta, con 58 riconoscimenti. Sul podio finiscono il Lugana con 5 e la Valtenesi con 3

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Vino, foto generica da Pixabay
Stefano Bergomi
Stefano Bergomi

di Stefano Bergomi* ([email protected]) – “Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media”.

Tra i molti aforismi dedicati alle statistiche, questa citazione di Charles Bukowski è quella che preferisco, non fosse altro per quella vena dissacrante, vero elemento distintivo dell’intera sua produzione letteraria.

E voi cosa pensate delle statistiche?

Nonostante la valenza scientifica, la mia percezione è che il sentimento diffuso conceda alle stesse la possibilità di misurare, rilevare e quindi rappresentare soltanto una parte dei fenomeni, magari in via semplificata, senza possibilità di cogliere corollari di sfumature egualmente importanti. Insomma una mezza verità, ma non la verità assoluta.

Ciò premesso, ultimamente le statistiche sembrano essere di gran moda. In vari settori è sempre più ricercata la figura professionale di chi è in grado di gestire i dati, anche in grandi quantità ed eterogenei tra loro, interpretandoli per estrapolare analisi e report, e quindi valore.

Per questo nuovo articolo mi è quindi venuta l’idea di indagare lo stato di salute del vino bresciano partendo dai numeri, per scoprire cosa sembra funzionare, quali sono le criticità e se sono delineabili mode e tendenze in atto.

Allo scopo, l’indagine è stata condotta avendo come base numerica e quantitativa i riconoscimenti di eccellenza assegnati dalle principali guide specializzate di settore.

Nota metodologica: sono stati rilevati i riconoscimenti attribuiti a cantine aventi sede nella provincia di Brescia da 5 diverse Guide specializzate, in particolare:

  • Guida del Gambero rosso, riconoscimento dei 3 bicchieri;
  • Guida Slow wine edita da Slow Food, riconoscimento vino slow e grande vino;
  • Doctor wine Guida essenziale ai vini d’Italia, punteggio da 95 a 100 (faccini DoctorWine);
  • Guida Vitae dell’Associazione Italiana Sommelier, riconoscimento 4 viti;
  • Guida Oro i vini di Veronelli, riconoscimento 3 stelle oro.

Per ogni guida i riconoscimenti dell’edizione 2020 sono stati confrontati con le precedenti edizioni del 2019 e 2018, per verificarne l’andamento tendenziale.

Riconoscimenti alle denominazioni – Franciacorta leader incontrastata

Le Guide 2020 hanno premiato in totale 73 etichette bresciane.

Leader incontrastata la Franciacorta, con 58 riconoscimenti. Sul podio finiscono il Lugana con 5 e la Valtenesi con 3.

Poca gloria per le altre denominazioni, a segnalare comunque l’operato d’eccellenza di specifiche cantine nel relativo comprensorio di riferimento, in particolare Noventa a Botticino, Lazzari a Capriano del Colle, Togni Rebaioli in Valle Camonica, nonché le bollicine di Costaripa sul Garda.

Inaspettata la riscoperta effettuata dalla Guida Veronelli dei vini rossi Curtefranca (Cordelio 2012 Castello Bonomi) e IGT Sebino (Maurizio Zanella 2015 Cà del Bosco).

Continua l’oblio per le denominazioni San Martino della Battaglia (ne avevo parlato qui) e Cellatica, i cui vini, ancor prima che dalle Guide, sembrano essere stati dimenticati dagli stessi consumatori bresciani.

Il totale premi risulta in costante progressione nel triennio, l’exploit 2020 si confronta con i 56 del 2019 e 50 del 2018.

Guide 2020: riconoscimenti alle denominazioni, Elaborazione Stefano Bergomi

Riconoscimenti alle cantine – prima Cà del Bosco, “outsider” in crescita

Guardando alle singole cantine, la regina delle Guide rimane Cà del Bosco (10 riconoscimenti). Nel 2020 in evidenza, come sempre, Annamaria Clementi e la novità Dosaggio Zero Noir Vintage Collection 2010.

Sul secondo gradino del podio Mosnel, che raccoglie apprezzamenti lusinghieri con le riserve di EBB e Parosè, nonostante l’annata orribilis del 2014 (fredda e piovosa), a conferma del buono operato in vigna e cantina.

Terzo posto (4 riconoscimenti) in condivisione tra Guido Berlucchi (versioni Nature della linea ’61), Castello Bonomi e Uberti (Sublimis e Dequinque).

Da segnalare infine Barone Pizzini e Bellavista, con 3 riconoscimenti provenienti da 3 Guide diverse.

Guardando anche agli anni precedenti, la leadership di Cà del Bosco è sempre confermata, mentre per le posizioni più basse del podio le mainson storiche e di peso Guido Berlucchi e Bellavista hanno visto ridursi il gap con cantine “emergenti” e di taglia più contenuta.

A riguardo innegabile il riconoscimento all’eccellenza raggiunta da Mosnel, nei personali assaggi memorabile con alcune versioni di Parosè, 2008 e 2013 su tutte.

Mentre Castello Bonomi sembra aver trovato giovamento dagli investimenti promossi dalla Famiglia Pladin (storica produttrice di prosecco), non da ultimo da ricordare l’ampliamento in corso della cantina sul Monte Orfano. Il Cru Perdu 2011 è di raffinata sostanza, mentre la serie Lucrezia rientra ormai nel novero dei “top player”.

Guide 2020: riconoscimenti alle cantine, Elaborazione Stefano Bergomi

Tendenze in Franciacorta – Incremento del dosaggio zero

Analizzando in modo specifico il mondo Franciacorta è possibile notare come nel triennio si sia spostata l’incidenza dei riconoscimenti rispetto alle diverse tipologie di prodotto.

Analizzando l’incidenza percentuale, è possibile notare la marginalità della tipologia Saten, mente risulta in atto una progressiva riduzione di Extrabrut e soprattutto Brut (era il 28% nel 2018) a favore di Dosaggio Zero, passato dal 23% del 2018 al 38% nel 2020.

Incremento costante nel triennio, anche se contenuto, della tipologia “Rosè/noir”, grazie soprattutto all’affermazione di alcuni prodotti a base di pinot nero (noir), dal 13% del 2018 al 17% del 2020.

Guide 2020: percentuale riconoscimenti per tipologia, Elaborazione Stefano Bergomi

In conclusione, l’indagine condotta conferma il grado di eccellenza raggiunto dai prodotti della Franciacorta, mentre Lugana e Valtenesi appaiono penalizzate, nonostante le soddisfazioni ottenute sul mercato, con numeri di bottiglie prodotte, export e valore medio allo scaffale in aumento per entrambe le denominazioni.

Con l’unica eccezione del Botticino di Noventa, che vede premiati gli sforzi per produrre vini sostenibili dal punto di vista ambientale e di qualità, la provincia bresciana appare in difficoltà nel comparto dei rossi. Le eccellenze di regioni vicine appaiono distanti e inarrivabili.

L’analisi sulle tendenze in Franciacorta mostra come, ancora una volta, non si dorma sugli allori ma continui il processo di evoluzione e miglioramento continuo. Il comprensorio sembra vivere una fase di maturità, con piena coscienza delle proprie potenzialità. Elementi da sfruttare a consolidamento della leadership sono l’expertise nella produzione di metodo classico acquisita negli anni, nonché l’ottimizzazione del patrimonio viticolo. In media gli impianti nelle zone vocate hanno raggiunto i 30 e 40 anni e possono concedere uve per dar vita a vini straordinari.

La sfida per il futuro sarà la gestione del cambiamento climatico, ormai evidentemente in atto.

Non spaventano consumatori sempre più esigenti e preparati, per soddisfarli le produzioni contemplano sempre più spesso riserve millesimate, con allungamento della permanenza sui lieviti, gusti più decisi con riduzione dei dosaggi ma senza rinunciare all’eleganza, vero elemento distintivo della Franciacorta.

* sommelier per passione

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