La Corte di appello ha confermato le condanne inflitte in primo grado ai due imputati che secondo gli inquirenti avrebbero fatto parte di una banda che smontava auto rubate per poi rivenderne i pezzi.
Un 46enne bresciano e un 42enne di origine moldava, che avrebbero sempre agito insieme a dei complici, che hanno scelto però la strada del dibattimento, si sono così visti comminare la pena di due anni di reclusione anche in appello.
I fatti per cui la banda è finita a processo risalgono al 2016, quando diverse persone si rivolsero alle forze dell’ordine denunciando il furto della propria auto (soprattutto Fiat 500). I veicoli servivano però solo come fonte di pezzi di ricambi e quindi subito dopo il furto venivano smontate pezzo per pezzo, una pratica che purtroppo non è nuova in provincia di Brescia.
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