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Brescia, l’ambiente e le ombre della Regione | di Paolo Pagani

di Paolo Pagani – Settimana scorsa le associazioni ambientaliste hanno fatto bene ad organizzare il flash mob sotto la Loggia. In campo ambientale le sollecitazioni devono essere sempre benvenute.  Ma altrettanto bene ha fatto il sindaco Del Bono a richiamare e sottolineare che mai è stato fatto tanto, e bene, come in questi ultimi anni di centrosinistra e a dimostrare un’apertura vera al confronto, per proseguire sulla strada di politiche ambientali sempre più innovative. 

Tuttavia, c’è un punto politico di prima grandezza, che non può più essere tenuto in ombra. Ovvero le politiche di Regione Lombardia. La nostra regione è in una situazione di emergenza ambientale e climatica e il governo regionale non va al di là, se va bene, dell’ordinaria amministrazione. D’altra parte se tutta la destra mondiale nega l’emergenza climatica e ambientale, è consustanziale che scendendo giù per li rami si faccia poco o niente. 

E così sul consumo di suolo la Lombardia è tra le regioni all’avanguardia (si fa per dire) e occupa le posizioni di retroguardia, quanto a legislazione, tanto che è arrivata la matita rossa dell’Alta Corte a stigmatizzarne limiti di merito e di soffocamento dell’autonomia comunale. 

Le politiche nel settore del trasporto pubblico sono un caso di scuola al contrario. A prescindere dalla penalizzazione del Comune di Brescia, di fronte al fatto incontenstabile che l’inquinamento atmosferico è causato largamente dal traffico veicolare, si procede con piccoli rammendi, invece di confenzionare un abito nuovo al trasporto pubblico locale. Inaccettabile è lo stato in cui sono costretti a viaggiare migliaia di pendolari lombardi. Inaccettabile è l’assenza di un grande piano di investimenti per il potenziamento del trasporto pubblico e per incentivare la dismissione delle automobili più inquinanti. 
In tema di rifiuti, anche qui a prescindere dalla penalizzazione della nostra provincia su cui si continua a fare orecchie da mercante, un nuovo piano che faccia della Regione una locomotiva dell’economia circolare, é ancora e sempre allo stadio degli annunci. 
E si potrebbe continuare nel cahiers de doleance.

Insomma, credo che dalla società civile e dalla politica lombarde debbano  salire forti iniziative per sollecitare Regione Lombardia ad attuare una svolta radicale caratterizzata da 1) forti investimenti 2) pianificazione orientata a consumo di suolo zero, economia circolare, incentivazione del trasporto pubblico 3) trasferimento di competenze agli enti locali, per contrastare una deriva burocratica regionale sempre più accentuata e valorizzare il territorio 4) potenziamento delle agenzie e strutture deputate al controllo.

* Segretario provinciale di Articolo UNO 

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Redazione BsNews.it
Tags: Paolo Pagani

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