Avis, lo scorso anno a Bagnolo Mella 292 donatori attivi

I donatori lo scorso anno sono stati 292 e sono state effettuate 535 donazioni. Dati che evidenziano una leggera flessione rispetto al 2018

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Donare il sangue, foto generica da Pixabay

La Sala Filanda di Palazzo Bertazzoli a Bagnolo ha ospitato nei giorni scorsi l’assemblea annuale della sezione locale dell’Avis. Un incontro partecipato, che ha fornito numerosi spunti di interesse. Guidati dalla presidente Elena Sabattoli, i presenti hanno passato in rassegna le iniziative e i risultati del 2019 da poco concluso ed hanno anticipato i programmi e le prospettive di questo 2020.

Partendo dai numeri, i donatori lo scorso anno sono stati 292 e sono state effettuate 535 donazioni. Dati che evidenziano una leggera flessione rispetto al 2018, ma per una ragion ben precisa, visto che si è deciso di comune accordo con le direttrici sanitarie, le dottoresse Brajone e Cotelli, di porre fine alle donazioni degli ultrasessantacinquenni. Una scelta voluta per preservare a titolo precauzionale la salute degli stessi donatori che hanno superato i 65 anni d’età e che, magari, potrebbero “accusare” la fatica in seguito al dono del proprio sangue.

In questo senso, come è stato sottolineato durante la stessa assemblea, anche se gli ultrasessantacinquenni hanno terminato la loro carriera di donatori attivi rimangono ugualmente parte integrante dell’associazione collaborando a vario titolo all’attività che viene portata avanti, da compiti organizzativi e di segreteria all’impegno nelle diverse manifestazioni che vedono l’Avis bagnolese in prima fila.

Proprio in questo senso la riunione dei soci è stata caratterizzata dalla premiazione di tre donatori sessantacinquenni, Remo Buratti (45 donazioni), Angelo Ottonelli (48 donazioni) e Mariarosa Scalvini (27 donazioni). Riservato il meritato plauso a questi soci benemeriti, l’assemblea è poi entrato nel merito dell’analisi del 2019. Un anno non facile, che è stato caratterizzato dai problemi sollevati dalla tromba d’aria che ad agosto ha colpito ed ha danneggiato in modo irreparabile la tensostruttura che negli anni scorsi ospitava la consueta festa dell’Avis. Un appuntamento ormai tradizionale di fine estate ed un momento di informazione e di promozione che nell’anno da poco posto in archivio si è tenuto ugualmente grazie al “trasloco” all’interno del parco del Santuario della Stella. Al di là dell’esito comunque positivo dell’appuntamento più sentito dell’anno, nel 2019 gli avisini bagnolesi si sono impegnati nell’organizzazione di diverse manifestazioni ed hanno partecipato ai momenti salienti proposti dalla comunità locale.

Tutto questo, inserito in un percorso caratterizzato da momenti importanti come la consegna delle borse di studio, la presentazione di “Musica nelle vene” e la partecipazione alle principali iniziative (come i festeggiamenti per il Carnevale, ad esempio) e alle fiere che si sono svolte nel corso dell’anno, costituisce il cuore del percorso dell’Avis a Bagnolo in un anno come il 2019 che è stato caratterizzato anche da significativi investimenti per risistemare la sede. Per quel che riguarda il futuro, accanto alla conferma della tradizionale festa annuale di inizio settembre, la promozione riveste un posto di primissimo piano. In questo senso continuerà la stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale e le sue iniziative, ma proseguirà anche la partecipazione attiva a tutte le manifestazioni che vengono presentate dalla comunità bagnolese. Dopo che quest’anno, a gennaio, è saltato l’appuntamento con “Musica nelle vene”, la ferma intenzione è quella di riuscire a rimettere in pista questa sentita festa per i giovani, offrendo al tempo stesso un occhio di riguardo per la promozione e la sensibilizzazione dei giovani. Sono loro, infatti, che rappresentano il futuro dell’Avis a Bagnolo e sono loro i primi destinatari del messaggio che la locale sezione avisina vuole essere sempre più nel cuore della comunità per rendere via via più efficace e conosciuto il suo messaggio di solidarietà, di dono e di impegno per gli altri. Anche perché è con un dono prezioso come quello del proprio sangue che si può e si deve rendere migliore il mondo, per il presente e per il futuro.

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