Come richiedere un prestito con cessione del quinto
Può capitare di aver bisogno, in tempi certi e ristretti, di liquidità per affrontare spese impreviste oppure legate ad esempio alla ristrutturazione della casa, alla volontà di estinguere un mutuo o a quella di cambiare macchina. Tra le soluzioni possibili c’è senza dubbio quella di ricorrere a un prestito con cessione del quinto. Un’operazione semplice e veloce da avviare, che sta riscontrando un successo sempre maggiore sia tra i lavoratori che tra i pensionati. Questo prestito può avere una durata variabile, non è finalizzato e consente il rimborso delle rate attraverso un sistema automatizzato e sicuro: la trattenuta della quinta parte (il 20%) del proprio stipendio. La massima durata consentita è 120 mesi, mentre invece per quanto riguarda quella minima in genere non sta al di sotto dei due anni. Il piano di rimborso rappresenta l’insieme delle linee guida che caratterizzano la richiesta di liquidità e viene concordato quando si va sottoscrivere il contratto: su Cessionedelquintofacile.com trovi maggiori informazioni. Nel momento in cui viene appurato che esistono tutti i requisiti richiesti per attivare il prestito, il lavoratore si può rivolgere a una banca o una finanziaria. L’istituto della cessione del quinto fu introdotto nel secondo Dopoguerra: era il 1950 quando con la legge 180/50 la relativa disciplina venne regolamentata in maniera più ampia rispetto a quanto era stato fatto nell’Ottocento con Re Vittorio Emanuele II (inizialmente era stato pensato come privilegio da riservare ai dipendenti statali). Oggi rappresenta una soluzione alla quale in linea generale possono avere accesso dipendenti pubblici e statali, lavoratori del settore privato e anche pensionati.
I documenti necessari e la posizione del datore di lavoro
Il datore di lavoro non può rifiutarsi di accordare a un dipendente, in possesso di tutte le carte in regola, la cessione del quinto (diversamente da quanto avviene invece con la ‘doppia cessione’). Tra i requisiti necessari ad attivare la procedura per i dipendenti pubblici o statali ci sono la residenza italiana e un contratto a tempo indeterminato, ma anche l’aver maturato una certa anzianità di servizio. Mentre per quanto riguarda i lavoratori del settore privato, il contratto può essere anche a tempo determinato a patto però che il prestito rientri nei termini di quest’ultimo. Anche in questo caso occorre la residenza in Italia e l’assicurabilità dell’azienda per la quale si lavora (rappresenta il gradimento verso quest’ultima da parte dell’assicurazione). Per i pensionati occorre dimostrare di essere titolari di una pensione, avere la residenza in Italia e un’età al di sotto degli 85 anni, quando finisce il piano di rimborso. E’ previsto per legge che, quando si raggiunge l’accordo con la finanziaria, venga anche stipulata un’assicurazione su rischi vita e perdita dell’impiego. I documenti da presentare saranno: carta d’identità, Cud, ultime due buste paga o cedolino della pensione (che attesta il relativo diritto) e codice fiscale. Naturalmente dovranno essere presi in considerazione, oltre ai soggettivi motivi di opportunità legati alla scelta del prestito, alcuni elementi legati ai valori di Taeg (tasso annuo effettivo globale) e Tan (tasso annuo nominale) insieme alle necessarie spese di istruttoria, che servono per valutare e gestire la richiesta di cessione.