Con una nota la lista Provincia Bene Comune – che raccoglie amministratori alla sinistra del Pd ed è decisiva per gli attuali equilibri del Broletto – commenta la bocciatura della mozione sul depuratore del Garda e sottolinea di accogliere la proposta del presidente Samuele Alghisi di valutare proposte alternative. Ma subito dopo aver ribadito la dissponibilità al dialogo ribadisce la necessità di “scelte condivise su temi di interesse provinciale come il piano cave, la moratoria sulle discariche (approvata ma non attuata), la riduzione del consumo di suolo, il PTCP e, appunto, la realizzazione del depuratore del Garda”. “Sulla capacità di rispondere politicamente a queste sfide – si legge – misureremo la consistenza e la praticabilità del nostro sostegno alla presidenza di Samuele Alghisi.
La bocciatura in Consiglio provinciale della nostra mozione sul depuratore del Garda è stata indubbiamente una pagina negativa nei rapporti fra Provincia Bene comune e la lista Comunità e Territorio.
Come una mozione condivisa e sostenuta da tutte le componenti del Consiglio provinciale possa essere stata bocciata all’atto del voto rimane per noi un mistero. C’era un accordo con il Partito democratico e una condivisione sul contenuto della mozione. Ad esso noi ci siamo attenuti a differenza dei consiglieri di Comunità e territorio.
Crediamo sia stata un’occasione persa per dare voce ai territori che hanno espresso criticità e un arroccamento su posizioni tecniche che abdica al ruolo politico che dovrebbe invece avere un’assemblea rappresentativa. Quella che doveva essere la casa dei comuni si è dimostrata refrattaria alla richiesta degli stessi.
Accogliamo tuttavia la disponibilità del Presidente Alghisi, dichiarata in conferenza stampa, a valutare proposte alternative, previa verifica della condizione della sublacquale. Era ciò che si chiedeva nella mozione bocciata.
Era proprio a partire dalla valutazione delle condizioni di tale conduttura che un progetto doveva essere realizzato. Bene che si provveda ora ma, fino all’esito di tale indagine, sarebbe opportuno congelare l’attuale progetto al fine di non perdersi in discussioni inutili. Valuteremo il da farsi quando il Presidente relazionerà in Consiglio sull’esito dell’indagine che ha richiesto ad ATO e ad Acque bresciane.
Riteniamo questo un successo della nostra iniziativa e dell’iniziativa di tante amministrazioni comunali che hanno manifestato la loro contrarietà alla proposta sul tappeto.
Ribadiamo la nostra convinzione della necessità di fare scelte che tengano assieme la protezione dell’ambiente e del bacino del lago di Garda e della valle del Chiese.
La scelta preliminare deve essere assunta dalla politica partendo da alcuni presupposti che noi riteniamo irrinunciabili:
Su questa base noi Provincia bene comune siamo disponibili ad ogni discussione che coinvolga l’insieme delle comunità, consapevoli che il tema della depurazione si collega al tema della gestione pubblica dell’acqua, sulla quale un referendum, che tutti ci siamo impegnati a rispettare, ha dato una indicazione precisa.
Questi temi erano oggetto del nostro programma elettorale e noi li riconfermiamo. Così come confermiamo la peculiarità della nostra lista che rimarca in modo forte la propria autonomia rispetto al gruppo di maggioranza. Abbiamo votato e sostenuto il Presidente Alghisi ma siamo stanchi che alle parole non seguano mai i fatti. In provincia si vuole proseguire sulla strada della collaborazione fra sinistra ambientalista e comunità e territorio, che è legata al presidente Aghisi, oppure si vuole intraprendere la strada di un’apertura alla destra?
Auspichiamo che la prospettiva possa essere la prima, ma se essa non sarà sostanziata da scelte, impegni e atti politici non ci rimarrà che trarne le debite conseguenze.
Atti politici dicevamo, perché troppo spesso ci si è nascosti dietro a scelte di carattere tecnico, quasi il consiglio provinciale fosse trasformato in un collegio di ingegneri, chiamati solo a ratificare scelte già esaminati altrove. Valutare quale sistema sia più efficiente è un conto, scegliere di collocare il depuratore del Garda fuori dal bacino del Garda è a tutti gli effetti una scelta politica a cui nessuno può sottrarsi.
Non ci sfugge la strumentalità delle posizioni del centro destra, dove sembra prevalere l’interesse a espandere al massimo la spesa, con risultati disastrosi per le finanze pubbliche, che sono le stesse dei cittadini, ed a volte anche per l’ambiente. Il rifiuto di questa logica affaristica è un principio non negoziabile.
Nel manifestare la nostra disponibilità al dialogo auspichiamo che si possano delineare scelte condivise su temi di interesse provinciale come il piano cave, la moratoria sulle discariche (approvata ma non attuata), la riduzione del consumo di suolo, il PTCP e, appunto, la realizzazione del depuratore del Garda.
Sulla capacità di rispondere politicamente a queste sfide misureremo la consistenza e la praticabilità del nostro sostegno alla presidenza di Samuele Alghisi.
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