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Delegazione bresciana in viaggio a Betlemme per dire no a guerre e violenze

Inizia nella notte tra lunedì e martedì il viaggio della delegazione bresciana alla città gemellata di Betlemme, in Palestina. Alla visita, organizzata da Brevivet, partecipano il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, il vescovo di Brescia, monsignor Antonio Tremolada, l’assessore al Bilancio Fabio Capra, il presidente del Consiglio comunale, Roberto Cammarata, i consiglieri comunali Donatella Albini, Fabrizio Benzoni, Davide Giori Cappellutti, Marco Pozzi e Paola Vilardi, il rettore dell’Università degli Studi Maurizio Tira, il pro rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Mario Taccolini, il presidente di Aib, Giuseppe Pasini, il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti, il presidente delle Acli, Pierangelo Milesi, e don Claudio Zanardini e Paolo Adami della Diocesi di Brescia.

Le basi per il gemellaggio tra Brescia e Betlemme, concretizzatosi nel 2007, sono state poste in seguito a una visita in città di padre Ibrahim Faltas dell’ordine dei Francescani Minori. Padre Ibrahim, straordinario uomo di pace  in un territorio dilaniato da contrasti e da odi altrettanto radicati, è stato responsabile della basilica di Betlemme; con questa figura di grande spessore religioso, morale ed umano l’Amministrazione comunale di Brescia ha avviato un dialogo per costruire con l’Amministrazione della città di Betlemme un gemellaggio all’insegna dell’esaltazione della pace come unico strumento di dialogo tra i popoli. Betlemme, culla della religione cristiana e luogo della memoria, rappresenta una straordinaria occasione di incontro e di confronto per tutte le coscienze che vivono una concreta speranza di pace. In questo senso, Brescia non ha voluto rimanere estranea a qualsiasi processo che abbia come obiettivo la ricostruzione di una reciproca tolleranza, di un convinto rispetto delle diversità che rappresentano, in tutto il mondo, una ricchezza e una risorsa da coltivare e da sfruttare per far lievitare il fermento della pace. Brescia, inoltre, è la città di Papa Paolo VI, primo pontefice che, dopo San Pietro, è tornato nella festa dell’Epifania del 1964 a visitare Betlemme e a testimoniare non solo la suggestione della capanna della Natività per tutti i cristiani, ma, anche e soprattutto, per rivolgere insieme un monito e una preghiera a tutto il mondo perché la pace sia cercata con ostinazione e con perseveranza.
Quello tra Brescia e Betlemme è dunque un gemellaggio all’insegna del comune impegno perché cessino le ostilità, le guerre e le violenze in quella martoriata zona del mondo.
Betlemme è capitale del Governatorato di Betlemme dell’Autorità Nazionale Palestinese e si trova a circa 10 chilometri a sud di Gerusalemme, ad un’altezza di 765 metri sul livello del mare. La sua popolazione attuale è di circa 22mila abitanti. Luogo natale di Gesù secondo la tradizione cristiana, ha nella Basilica della Natività una delle mete principali e irrinunciabili dei pellegrinaggi che visitano la Terra Santa, insieme con la basilica dell’Annunciazione di Nazareth e con la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel giugno 2012, la basilica è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, su richiesta dello Stato palestinese, tra i beni in pericolo. La delegazione bresciana arriverà a Betlemme nel pomeriggio del 5 novembre, dopo una prima sosta ad Abu Gosh, detta la Emmaus dei crociati. Il 6 novembre, al mattino, è in programma la visita alla Basilica della Natività con gli splendidi mosaici bizantini e la grotta del latte. Alle 11 ci sarà l’incontro con il vicesindaco di Betlemme, Hanna Hanania, e nel pomeriggio con il Rettore e alcuni studenti dell’Università di Al Quds. La giornata si concluderà a Gerusalemme, città che sarà al centro della visita del 7 novembre, quando è in programma un tour tra Spianata delle moschee, Muro della Preghiera, Via Dolorosa, Santo Sepolcro e i diversi quartieri storici.

Nella mattina dell’8 novembre la delegazione incontrerà i rappresentanti dell’Università di Betlemme, il cui legame con Paolo VI deriva dal fatto che il bisogno di una vera istituzione universitaria fu manifestata ufficialmente dai palestinesi nel 1964, durante la visita del Pontefice. A causa delle varie vicissitudini politiche, e in particolare della guerra dei 6 giorni del 1967, l’apertura ufficiale dell’università avvenne il 3 ottobre 1973 per volere delle comunità locali e del Vaticano e con il supporto dei “lasalliani”, che fornirono il terreno di loro proprietà e il supporto nell’insegnamento. Più tardi, è in programma una visita a Effetà, un istituto pontificio nato per desiderio di Paolo VI, specializzato nell’educazione e riabilitazione audio-fonetica dei bambini sordi. Nel pomeriggio spostamento a Hebron, seconda città più antica della Palestina dopo Gerico e che ospita le tombe dei Patriarchi. Il 9 novembre, in tarda serata, è previsto il ritorno in Italia.

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