E’ finita nei giorni scorso con quattro condanne – da 2 anni e tre mesi fino a 4 anni e dieci mesi – la vicenda delle carte carburante clonate da una banda di moldavi di cui erano stati vittime diversi automobilisti e la stessa Polizia di Stato.
Tutto era iniziato nell’aprile del 2018, quando la Polizia Stradale di Verona Sud si era accorta di pagamenti anomali con alcune tessere carburante in dotazione a quel reparto. Le indagini, effettuate in collaborazione con la Stradale di Brescia, hanno permesso di stabilire che i prelievi erano stati effettuati dal conducente di un furgone con targa straniera.
Nel mese di luglio, quindi, personale della Questura di Brescia, era riuscita a individuare il luogo in cui era nascosto il furgone e a identificare l’utilizzatore, un moldavo di 27 anni denunciato a piede libero.
Contemporaneamente una seconda indagine della Squadra Reati Informatici della Procura di Brescia, a ottobre 2018, ha portato all’arresto del cittadino moldavo e di un suo connazionale per le ipotesi di reato di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento.
Il lavoro degli inquirenti della Polstrada bresciana e veronese è quindi proseguito fino a individuare una banda criminale di moldavi che clonava le carte – posizionando skimmer ai distributori – e le rivendeva sotto costo a persone compiacenti. Le carte sono ovviamente state bloccate.
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