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Aeroporti, Orio cerca un nuovo presidente e… vola

Rimasto recentemente orfano del suo storico presidente, Roberto Bruni, l’aeroporto di Bergamo è ora alla ricerca di una nuova guida per sostenere la crescita degli ultimi anni, che ha reso lo scalo orobico uno dei principali d’Italia sul versante del trasporto passeggeri.
Ma rimpiazzare un personaggio del livello di Bruni (che, tra l’altro, fu sindaco di Bergamo dal 2004 al 2009) non sarà un’operazione facile e lo dimostra anche la fumata nera durante il consiglio di amministrazione del 26 settembre, che aveva all’ordine del giorno proprio il tema della cooptazione di un nuovo consigliere e della nomina di un nuovo presidente. La discussione è stata rinviata, si legge in una nota ufficiale, e “i due argomenti saranno oggetto di una successiva riunione del CdA SACBO che sarà convocata in tempi brevi”. Ma la data non è fissata.
Nel frattempo però – mentre l’aeroporto di Montichiari (a gestione veronese) non sembra nemmeno lontanamente in procinto di uscire dalla sua storica crisi – lo scalo di Orio al serio rimane un modello inarrivabile per il cosiddetto sistema Brescia. Così come restano carta straccia le ipotesi, di cui è parlato a lungo anni fa, di mettere in rete D’Annunzio anche con Bergamo.
Il Caravaggio, invece, “scoppia”. Il 19 settembre, infatti, lo scalo di Orio al serio ha raggiunto quota 10 milioni di passeggeri: lo scorso anno lo stesso obiettivo era stato raggiunto soltanto a fine ottobre. E con queste premesse è facile immginare che nel 2019 la quota dei 13 milioni di utenti (nel 2018 erano stati 12,9 milioni) sarà ampiamente superata.
Numeri da paura rispetto al deserto monteclarense, che sono dovuti ovviamente in gran parte allo storico accordo con la compagnia irlandese Ryanair e alla diffusione dei voli low cost. Ma non solo. Il merito va anche all’organizzazione e ai servizi: banalmente chi cerca parcheggio all’Aeroporto Bergamo-Orio al Serio lo trova più facilmente che altrove grazie alla rete di posteggi del territorio e forse anche a un prezzo più conveniente rispetto ad altri scali. E ancora: il successo di Orio è dovuto a un modello vincente sul versante del marketing, a un legame saldo con il territorio di appartenenza e, ovviamente, alla capacità posizionamento rispetto alla concorrenza.
Oggi Orio al serio è il terzo aeroporto d’Italia, mentre Montichiari non decolla. L’obiettivo di rincorrere i cugini sui passeggeri resta una chimera. Rimane, invece, in pista la sfida dei cargo e delle merci. Ma su entrambi i fronti si attendono ancora dati ufficiali che dimostrino un reale sviluppo dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio, che – visti i soldi spesi dalla sua nascita – è già la più grande opera “incompiuta” presente sul territorio bresciano.
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Redazione BsNews.it

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