“Nessuna Sindrome da Alienazione Genitoriale per la piccola Angela” (il nome è ovviamente di fantasia per tutelarne la privacy). Nella giornata di venerdì la Corte di Appello di Brescia si è espressa sul caso di una bambina. La piccola – spiega in una nota il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani senza chiarire però in alcun modo i contorni della vicenda – “ha sempre vissuto serenamente con la mamma e incontrava il padre all’interno di un percorso seguito dai servizi sociali”. Ma i giudici di primo grado avevano disposto l’allontanamento dalla madre.
“L’allontanamento della bambina dalla madre – si legge in una nota – sarebbe stata una grave violazione dei suoi diritti e avrebbe potuto causarle un pesante trauma. La bambina avrebbe dovuto essere aiutata a superare l’avversità verso il papà con l’aiuto di educatori seguiti dai servizi sociali e nulla avrebbe potuto giustificare un intervento così grave nella vita di una bimba. La piccola Angela rischiava di approcciare l’adolescenza con un distacco di estrema sofferenza ed in totale disaccordo con le sue preferenze”.
“Basta con l’utilizzo pareri psichiatrici sindromi senza nessuna validità scientifica, nessun riscontro e basate solo su opinioni”, tuona il Comitato che aggiunge: “Ci auguriamo che questa sentenza possa costituire un orientamento anche per futuri procedimenti sul tema”.
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