Alessandro era un ragazzino di 14 anni, giocatore di basket, al suo primo anno nella scuola superiore. Un giorno mentre si trovava a scuola era stato costretto a correre in bagno: aveva iniziato a vomitare sangue. Spaventatissimo, il ragazzino aveva chiamato il padre e poi era stato portato in ospedale a Desenzano, dove lo avevano trattenuto per fare degli accertamenti. Qui, però, i medici dissero ai genitori del 14enne che non vi era nulla di grave, che poteva trattarsi di un principio di polmonite.
Alessandro quindi fu dimesso e tornò a casa. Il pomeriggio del 30 settembre una nuova fatale crisi emorragica colpisce il ragazzo. Le sue urla attirano anche i vicini di casa, che accorrono in suo aiuto. Per lui, però, non ci sarà niente da fare.
Tutti i medici che ebbero in cura il ragazzo sono ora accusati di omicidio colposo e dopo quattro anni dalla morte di Alessandro si è aperto il processo penale a loro carico. Ieri la prima udienza, le prossime in programma sono fissate per l’11 ottobre e l’8 novembre.
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