Fanghi da depurazione, Consiglio Regionale approva. Garbelli (Confagricoltura): Grande soddisfazione per lavoro fatto

La risoluzione riassume le principali  indicazioni per il Governo necessarie aggiornare la normativa nazionale in vigore

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Spargimento fanghi nei campi, foto genericaSpargimento fanghi nei campi, foto generica
Spargimento fanghi nei campi, foto generica

Il Consiglio regionale lombardo ha approvato ieri, al termine di un lavoro congiunto tra la Commissione agricoltura e la Commissione ambiente, una risoluzione che impegnerà la Giunta regionale sul tema dei fanghi da depurazione in agricoltura. La risoluzione riassume le principali  indicazioni per il Governo necessarie aggiornare la normativa nazionale in vigore.

“Ancora una volta esprimiamo soddisfazione per il lavoro che stanno svolgendo le istituzioni regionali – commenta Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia -. Il Consiglio regionale, attraverso la risoluzione approvata, ha colto le nostre richieste per mettere mano con urgenza ad una questione centrale per la nostra Regione che produce annualmente circa 800 mila tonnellate di fanghi. È necessaria infatti – prosegue Garbelli – una normativa più tutelante in merito all’utilizzo dei fanghi in agricoltura e ai loro derivati.  È importante a questo proposito,  come da noi da tempo sostenuto, che i gessi di defecazione e prodotti di analoga provenienza abbiano le stesse regole e controlli dei fanghi”.

Su questo tema sarà fondamentale anche il supporto tecnico di Ersaf: va infatti verificato, anche attraverso una relazione agronomica,  che i terreni siano effettivamente idonei a ricevere i gessi di defecazione per vietarne eventualmente l’utilizzo su quei terreni che non risultino idonei. “Altrettanto importante – dice ancora il presidente di Confagricoltura Brescia – è il riconoscimento del valore della sostanza azotata di fonte zootecnica, che va comunque privilegiata rispetto ad altri prodotti”.

Quanto adottato, anche in vista del nuovo Piano d’azione nitrati  “riporta inoltre l’attenzione – conclude Garbelli – sull’esigenza di riconoscere finalmente le qualità del digestato da impianti di biogas e biometano, equiparandolo al fertilizzante minerale”.

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