Trenord e la regola del cinque… | IO, TE E IL TRENO / 11
Viaggiatrice XX: “Ciao, mi chiamo XX e da 8 anni sono una pendolare, dipendente non per scelta e non perché da loro retribuita, dalle ferrovie italiane…”
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5+5\
5+5+5\
5+5+5+5\
5+5+5+5+5\
È una questione grafica, più si aggiungono 5 più diventa lunga la discesa. Purtroppo è risaputo che dopo ogni discesa c’è quasi sempre una salita, peccato che la discesa risulta essere rapida ed indolore, la salita…beh, è nettamente più lunga e faticosa.
Arrivare in stazione per scoprire quale multiplo di 5 mi aspetta oggi mi richiede uno sguardo rapito azionato da uno sforzo minimo, l’attesa affinchè questi scalino e scorrano è lunga, tanto lunga che probabilmente riuscirebbe a rendere arcigno anche il sopracciglio del piccolo Buddha. Tornando a noi, perchè il 5? Bene, iniziamo:
5 sono i giorni della settimana in cui uso il mio cellulare per controllare come si sente oggi il mio treno. Con particolare apprensione verifico che: non sia stato colpito da un raffreddore improvviso che gli fa lacrimare gli occhi impedendogli di vedere le rotaie sottostanti e seguirne il percorso, non sia stato contagiato da una tosse secca che lo fa procedere a fatica tra brusche frenate, oppure (e questa è la più temuta) non sia sato colto da un’impovvisa febbre che lo surruscalda, gli fa cigolare tutte le giunture e lo fa avanzare lentamente…len…ta…men…te…e niente, non lo si trova più. Disperso.
5 sono i minuti di ritardo che spero sempre di trovare, quel connubio perfetto di ritardo orario che mi permettono di sopravvivere a: 1) semafori rossi (per principio se si è in ritardo non si fanno MAI trovare verdi), 2) 4 pullman con l’estrema necessità di scaricare/caricare fiumi di ragazzi nello stesso posto e alla stessa ora, 3) persone alla guida che non si rendono conto di essere ancora mentalemente a letto, 4) coda e traffico che mi fanno capire di non essere sola in questo percorso a ostacoli verso il posto di lavoro, 5) passeggiatina distensiva caratterizzata da tempi di percorrenza variabili a seconda della congiunzione astrale tra mio orario di parcheggio e posizionamento spazio temporale del mio treno.
5 unità minima di misura del ritardo per gli operatori del settore trenord. I minuti di attesa si basano su questa scala e sempre per difetto: 4 minuti di ritardo? Il treno è segnalato in orario, 9 minuti di ritardo? Il treno è segnalato in ritardo di 5 e via dicendo… Perchè gli adepti del gigante di freddo conoscono la verità celata tra i multipli di 5? Perchè ad un certo punto l’evoluzione ci ha donato un nuovo punto di riferimento che non sia il tabellone, una spia di pericolo avaria, una nuova migliore amica. L’APP ( io uso ORARIO TRENI), il santo graal che non arriva a darti nuova vita come dicevano in Indiana Jones, ma quantomeno ti da la giusta prospettiva per comprendere con quale piede si è alzato oggi il tuo treno.
5x2x5x4 minuti (e sono stata clemente) di ritardo (tollerabile) che moltiplicano le 2 volte al giorno, per 5 giorni, per 4 settimane per un totale di 200 punti fragola al mese che preferirei impiegare in maniera differente.
5x6 la percentuale di sconto del bonus regionale a noi riservato sull’acquisto di un nuovo titolo di viaggio per aver superato la soglia di tot. Punti fragola che identificano un elevato, elevato, elevato numero di minuti di ritardo lungo la tratta di percorrenza. La domanda mi sorge spontanea, non è che forse sarebbe meglio per voi evitare di scontarceli questi soldi diventando più affidabili? Non è che forse noi preferiremmo pagare un titolo di viaggio intero se in cambio ci deste migliori prestazioni? Ve la butto lì, così per dire…
Caro Trenord #IOMILAMENTO finchè tu non mi prometti che ti impegni a farmi vivere il 5 solo come il numero che identifica il mio compleanno. Ciao.