Continua la polemica per la mancata revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini da parte del Comune di salò, sul lago di Garda. A tornare all’attacco è l’Anpi, l’associazione che raccoglie reduci e sostenitori dei partigiani.
“Se anche le istituzioni locali, come il consiglio comunale e il sindaco che ha giurato fedeltà alla Costituzione, non trovano spontaneo ed immediato cancellare il tributo simbolico, la cittadinanza onoraria, che è emerso essere stata data a Benito Mussolini (che è per antonomasia a fianco di Hitler simbolo dell’estrema devianza fascista) e peggio ancora si riduce la questione a materia elettorale, allora – attaccano i partigiani in una nota firmata da Antonio Bontempi, dell’Anpi Medio Garda – possiamo dire che Salò si merita l’appellativo di Capitale, se non storica, morale della RSI”.
“Il voto della mozione che chiedeva la rimozione di quel riconoscimento pubblico – scrive l’Anpi – avrebbe necessitato 5 minuti di discussione. L’approvazione doveva essere scontata, senza distinguo. L’atto del rimandare sine die tale gesto di fatto affossa la proposta, e risulta, come è stata definita giustamente, una decisione ridicola ed offensiva nei confronti del consiglio comunale. Il rimandare può voler dire solo una cosa: non si era d’accordo con la proposta di rimarcare oggi una cesura netta con il fascismo e Mussolini”.
“L’8 aprile 2019, la maggioranza che guida Salò ha tolto la maschera. (…) Possiamo quindi dire: Neofascismo e Salò, il sodalizio è tornato. La scelta l’hanno fatta. Ora è tutto più chiaro”.
LA STORIA NON SI CANCELLA. Gigi Balilla