Il lusso di vivere senza aspettare un treno… | IO, TE E IL TRENO / 5
Viaggiatrice XX: “Ciao, mi chiamo XX e da 8 anni sono una pendolare, dipendente non per scelta e non perché da loro retribuita, dalle ferrovie italiane…”
Il lusso di poter programmare i propri spostamenti senza dover prevedere un’ora di tempo extra da poter adattare alle varie necessità di TRENORD è da sempre cosa rara ed ultimamente si sta rivelando essere sempre più evento unico che raro.
Proprio in questi momenti di attesa che mi separano dalle mie care mete ho deciso di dare libero sfogo al mio senso critico e al mio essere estremamente polemica.
Sono partita dai reclami cartacei, perché una mattina, in stazione, in un giorno di ritardo dei treni come tanti altri, una ragazza disperata ma non sconfitta ha deciso di passeggiare tra noi dicendoci che potevamo impiegare in modo più interessante il nostro tempo di attesa. Dovevamo recuperare un modulo di reclami e far valere il nostro disagio. In quel giorno è nata la mia dipendenza ai reclami.
Treno in ritardo, coda allo sportello, richiesta del modulo, sorriso al dipendente che , sebbene senza colpe tu vorresti educatamente insultare per dare almeno minimamente pace alla bestia che ti scoppia dentro, compilazione dei dati base richiesti, sfogo poetico degli eventi che quella mattina hanno contribuito a far partire la tua giornata con il piede giusto, coda allo sportello, secondo sorriso talmente falso che sai che anche lui lo sai, attesa che il dipendente protocolli il tuo reclamo e finalmente, il ritorno del dipendente con il tuo adorato pezzetto di carta, la promessa che prima o poi un qualche sfortunato di turno dovrà leggere e rispondere alle tue lamentele.
E ci speri, speri che quella sia la volta buona che porterà ad un cambiamento e le un po’ ti senti meglio, in pace, perché sai che quello che potevi fare l’hai fatto. Finché la risposta non arriva, inutile come sempre.
Dicono che loro sanno, monitorano e stanno provvedendo al miglioramento del servizio. Dicono che dobbiamo capire, ogni giorno hanno tantissimi treni da gestire, non è facile.
Ma caro TRENORD, cerca di capirmi tu. Io ho il diritto di poter arrivare al lavoro in orario ogni giorno, non di sperare almeno di arrivarci. Ho il diritto di poter tornare a casa dopo il lavoro e di poter gestire la mia vita senza dover sperare nella tua presenza.