A rivelare l’inquietante dettaglio è stata l’edizione odierna del quotidiano Bresciaoggi, che riporta il contenuto della sentenza con cui i giudici del Riesame hanno respinto la richiesta di scarcerazione di Chiara Alessandri. Stefania Crotti – la donna di Gorlago assassinata e bruciata nelle campagne di Erbusco lo scorso 17 gennaio – è stata data alle fiamme da viva.
Nel suo sangue, infatti, secondo l’autopsia c’era “una concentrazione del 15 per cento di carbossiemoglobina (un complesso chimico stabile tra il monossido di carbonio e l’emoglobina nei globuli rossi, causato dall’esposizione a processi di combustione)”. Tradotto: siccome quella sostanza non può che essere entrata dai polmoni, Chiara Alessandri quando è stata cosparsa di benzina e bruciata respirava ancora.
Una circostanza che sembra inchiodare – con tanti altri particolari – la ex rivale in amore, definita dai giudici come di “indole pericolosa”. Da qui il no agli arresti domiciliari, chiesti dalla donna.
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