(a.t.) La Franciacorta come Rosarno? Difficile sostenere il paragone. Ma anche nella nostra provioncia il fenomeno del caporalato si sta rivelando – tristemente – sempre più diffuso nei campi e tra le vigne. E’ delle scorse ore, infatti, la notizia dell’arresto di due persone di un’azienda di Passirano, accusate essere a capo di una rete “dedita all’attività di reclutamento di lavoratori stranieri per la raccolta di ortaggi o frutta nei campi in condizioni di sfruttamento”.
Ne abbiamo parlato con Alberto Semeraro (42 anni), segretario della Flai Cgil di Brescia (la federazione dei lavoratori dell’agricoltura): da sempre uomo di fatica e di battaglia, con in tasca una laurea in legge ottenuta da studente-lavoratore, che non ha paura di “sporcarsi le mani” nei campi insieme ai lavoratori.
Da 6 anni, ormai, andiamo nelle vigne ogni estate a portare acqua e informazioni ai lavoratori proprio per evitare questi fenomeni. Conosciamo bene la situazione: non sono sbalordito.
Benchè i fenomeni siano simili, non li paragonerei per organizzazione, dimensione e soprattutto per diversità del tessuto imprenditoriale. Ma, certo, si tratta di un campanello di allarme che va ascoltato.
No, sono 2 questioni diverse. Questi fenomeni avvengono da tempo, la differenza è che oggi c’è la legge 199 ( quella che prevede l’arresto in caso di Caporalato n.d.r.) fortemente voluta dalla Flai Cgil, mentre prima era prevista solo una sanzione ammnistrativa che non faceva certo notizia. Quando noi, nel 2013, parlavamo di sfruttamento e caporalato in Franciacorta, la gente ci prendeva per matti o pensava ad allarmismi infondati a puro scopo propagandistico. Ecco il risultato.
Inoltre, tra il 2017 e il 2018, ho fatto decine di assemblee negli Sprar della nostra provincia per informare rifugiati e richiedenti asilo su come evitare di cadere nel tranello. Se vogliamo fare bene il nostro lavoro dobbiamo uscire dai nostri uffici ed andare sul territorio. Oggi il segretario nazionale Landini parla di “sindacato di strada” ed ha ragione. Da anni la Flai è presente sul territorio con moltissime iniziative, possiamo rivendicarne anche il copyright.
Perché senza coordinazione si fatica e si ottiene poco. Da anni cerchiamo di discutere di queste tematiche con il Consorzio Franciacorta: ricordo che, nell’anno dell’Expo, con i colleghi di Fai Cisl e Uila, abbiamo anche scritto per chiedere un incontro, ma nessuno ci ha risposto.
Serve un lavoro a più mani, che coinvolga Prefettura, Consorzio sigle Sindacali datoriali e imprenditoriali. Senza inutili protagonismi e scetticismi potremmo sederci e fare sintesi. Uso questa intervista proprio per mandare un messaggio: troviamoci prima della prossima vendemmia, ne guadagneremmo tutti.
Non è solo questione di tessere: è l’immagine di un prodotto di eccellenza bresciana che conta e che va tutelata, come coloro che lavorano nei campi. E’ ovvio a tutti che il guadagno tra un quintale di pomodori ed una bottiglia di Saten è ben diverso: i consumatori, sempre più attenti al tema, questo lo valutano. Inoltre vorrei ricordare che, la scorsa estate, molti imprenditori sono rimasti senza manodopera perché molti sono andati a fare la stagione di vendemmia in Germania, Francia ed Austria, dove sono meglio pagati.
Una è quella di creare una rete pubblica e pulita di incontro tra domanda ed offerta di lavoro agricolo avventizio per la stagione della vendemmia. Se l’imprenditore sa dove reperire manodopera ed il lavoratore sa dove cercare lavoro, eliminiamo alla fonte il problema. Nessun problema per l’azienda, nessuna problema per il lavoratore ed il caporale sparisce. Se poi si riuscirà a creare anche una rete di trasporti ad hoc (altro grande ricatto per i lavoratori) il problema sarà risolto. Potrebbe anche essere gestita dalla Regione Lombardia: dopotutto Mantova, Cremona e Pavia hanno problemi simili.
Innanzitutto, il 5 aprile, terremo un direttivo dedicato al tema del caporalato. Nell’occasione proietteremo il film “The Harvest”, che tratta del fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori indiani di Latina, alla presenza del regista del film Paco Mariani, della Flai Nazionale (con Mininni) e della Camera del Lavoro di Brescia. Poi cercheremo di tradure in azioni quanto le dicevo prima. Infine, ad agosto, saremo come sempre nei campi a distribuire acqua per placare la sete dei lavoratori e volantini in multilingue per dire loro che non sono soli.
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