Omicidio di Erbusco, Chiara Alessandri continua a negare la premeditazione
Ad inizio della prossima settimana il Tribunale del riesame deciderà sull’eventuale spostamento a Bergamo e il suo collocamento ai domiciliari, come chiesto dall’avvocato difensore. Ma nel frattempo la posizione di Chiara Alessandri – la donna in carcere per l’omicidio di Stefania Crotti, avvenuto lo scorso 18 gennaio – rimane particolarmente grave.
La 44enne di Gorlago, infatti, nega di aver premeditato l’omicidio, nega di averle dato fuoco e afferma che la morte della Alessandri sarebbe dovuta a una tragica fatalità. Per l’autopsia ci vorrà ancora del tempo. Ma i primi elementi sembrano portare nella direzione opposta.
Il corpo di Stefania, infatti, presentava sull’addome e sul capo diverse ferite, compatibili con il martello trovato a Erbusco e con un oggetto appuntito. una circostanza che, se confermata, sarebbe difficilmente conciliabile con la versione della Alessandri (secondo cui la vittima avrebbe battuto la testa contro uno spigolo durante una colluttazione). In qualsiasi caso, poi, le prime perizie dicono che la donna morta aveva fumo nei polmoni e che dunque è stata bruciata viva.
Da chi? “Non da me”, avrebbe detto la Alessandri alle forze dell’ordine, ma la minuziosa organizzazione del rapimento, il sopralluogo effettuato la sera prima dalla presunta omicida sul luogo del ritrovamento e l’orologio della vittima fermo a sei minuti dopo l’uscita della Alessandri dal Casello di Erbusco (che non lascerebbe spazio ad altre persone sulla scena del delitto) portano nella direzione opposta. A investigatori, medici e giudici il compito di fare chiarezza sulla verità.