Polemica sui dati dell’inceneritore: M5S attacca, A2A e Loggia rispondono

Il consigliere comunale del M5S ha accusato il Comune di Brescia e l'azienda di via Lamarmora di non voler comunicare i dati sui rifiuti conferiti

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L'inceneritore di A2a a Brescia (termoutilizzatore, terrmovalorizzatore)
L'inceneritore di A2a a Brescia (termoutilizzatore, terrmovalorizzatore)

E’ polemica sui dati dei rifiuti conferiti al termoutilizzatore gestito da A2A a Brescia. Con una nota, infatti, il consigliere comunale del M5S Guido Ghidini ha accusato la Loggia e l’azienda di via Lamarmora di non voler comunicare i dati. A stretto giro è arrivata la replica dell’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli e di A2A che precisano: i dati sono pubblici e vengono comunicati ogni anno, semplicemente i nuovi valori non sono ancora pronti. Di seguito pubblichiamo i tre comunicati.

IL COMUNICATO DI GUIDO GHIDINI (M5S)

Quanti rifiuti ha bruciato l’inceneritore di Brescia nel 2018? E quanto carbone è stato impiegato nella centrale di Lamarmora? Per saperlo, lo scorso 2 gennaio il Movimento 5 Stelle ha presentato una richiesta di accesso agli atti al Comune di Brescia. È una pratica che ripetiamo ogni anno, per rispetto verso quella trasparenza che in tanti annunciano ma in pochi realizzano: l’amministrazione comunale a guida Del Bono, infatti, non ha mai comunicato questi dati all’inizio di ogni nuovo anno. Ma non si tratta solo di trasparenza. I dati in questione sono rilevanti ai fini della salute dei cittadini e permettono di valutare quanto sia effettivamente “green” la nostra città. Ecco perché è necessario che vengano resi noti con la massima solerzia.

Ebbene, ieri A2A ha risposto agli uffici del Comune che il Sindaco di Brescia, gli assessori, i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione non sono tenuti a conoscere questi dati fino a quando la società deciderà di comunicarli.

Tutto questo è inaccettabile.

Una società privata che da decenni svolge servizi pubblici senza gara nel comune di Brescia non può rifiutarsi di fornire questi dati in maniera trasparente e non assemblati a beneficio del marketing aziendale.

Com’è possibile che il Sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini, debba attendere i comodi di una società privata e farsi dettare da A2A i tempi della trasparenza pubblica? Com’è possibile che i consiglieri comunali non possano svolgere a pieno il loro mandato e conoscere informazioni tanto importanti sugli impianti attivi nel territorio comunale? E dove sono gli assessori sempre pronti a srotolare tappeti rossi? Di fronte a questo diniego, ora tacciono.

Il bilancio del nostro Comune e la possibilità di erogare servizi essenziali non possono essere legati ai dividendi che una società come A2A, in teoria a maggioranza pubblica ma di fatto privata, distribuisce ai soci.

Ci chiediamo quale possa essere l’origine di questa censura. Forse è legata alla richiesta di A2A di recuperare gli extra-costi del suo fallimentare sistema di raccolta differenziata. Più volte, in passato, abbiamo denunciato il rischio di una possibile impennata dei costi. E ancora oggi non sappiamo esattamente quale sarà il costo aggiuntivo della r.d. che ricadrà sui cittadini. È indecoroso, poi, che questo problema sia stato sollevato solo adesso, e non prima dell’ultima campagna elettorale.

Tuttavia, quanto successo può essere di insegnamento ai sindaci bresciani su un tema a noi molto caro: l’acqua pubblica. Gli amministratori locali sono ancora in tempo a tornare sui loro passi, evitando di affidare questo servizio primario a società falsamente “pubbliche”, dove chi comanda alla fine sono sempre gli azionisti privati.

Ancora una volta torniamo a chiedere la risoluzione immediata di tutti i contratti di servizio in essere con A2A, ereditati senza alcuna gara dalla vecchia ASM, affinché siano indetti subito bandi di gara per ciascuno di questi servizi. Il Sindaco smetta le vesti di amministratore delegato di A2A e torni a fare il Sindaco: la sua priorità deve essere il bene pubblico, non quello privato di un’azienda.

LA REPLICA DELL’ASSESSORE COMINELLI

In merito a quanto dichiarato dal consigliere Guido Ghidini alla stampa, sono necessarie alcune precisazioni.

La trasparenza è fondamentale per creare un rapporto di fiducia con i cittadini che vanno informati e coinvolti nella vita amministrativa. Sono pienamente d’accordo, quindi, con ciò che afferma il consigliere: i dati sul termovalorizzatore vanno resi pubblici. Il punto, però, è che questo è sempre avvenuto.

Ogni anno, A2A fornisce al Comune i dati in questione che poi vengono sottoposti ai membri dell’Osservatorio sul Tu e resi pubblici. Essendo ai primi di febbraio, il resoconto del 2018 non è ancora stato fornito dall’azienda, che lo farà non appena completate le operazioni di validazione.

Ricordo che l’Osservatorio è nato proprio con l’obiettivo di agevolare l’informazione e che tra le sue attività c’è la predisposizione dei Rapporti sul funzionamento del Termoutilizzatore, al fine di fornire ai cittadini e a tutti i soggetti interessati precise e puntuali spiegazioni sugli aspetti correlati al funzionamento dell’impianto (materiali trattati, scorie, emissioni in atmosfera, rendimenti energetici, ecc.), nonché sull’andamento della raccolta differenziata.

LA REPLICA DI A2A

In relazione alla richiesta di accesso agli atti presentata al Comune di Brescia dal Consigliere comunale Guido Ghidini del Movimento 5 Stelle, riteniamo opportune alcune precisazioni.

I dati sui conferimenti al Termoutilizzatore da sempre, annualmente, vengono forniti all’OTU – Osservatorio sul Funzionamento del Termoutilizzatore di Brescia, del quale peraltro A2A non fa parte – con tutti i dettagli di tipologia (Codice CER) e provenienza dei materiali trattati.

Ogni anno l’Osservatorio organizza un incontro pubblico per presentare alla cittadinanza i dati di funzionamento del termoutilizzatore.

Le informazioni in questione sono pertanto, da sempre, pubbliche e così avverrà anche per quelle relative al 2018.

Circa la Centrale Larmamora- nel corso dell’Audizione in Commissione Ecologia, Ambiente e Protezione Civile del 17 dicembre scorso, Commissione della quale il Consigliere Ghidini è membro – A2A ha avuto modo di illustrare dati e quantità relative al funzionamento dell’impianto. Informazioni riportate anche dalla stampa il giorno successivo.

È opportuno ricordare infine che nello spirito di massima trasparenza e collaborazione nei confronti dei territori nei quali A2A opera, tutte le informazioni riguardanti il funzionamento degli impianti del Gruppo vengono pubblicate annualmente anche nelle dichiarazioni ambientali dei due impianti, redatte annualmente secondo i rigorosi criteri del regolamento ambientale EMAS e sottoposte a certificazione da parte di verificatori terzi accreditati, e in sintesi nel bilancio di sostenibilità territoriale di Brescia.  Questi documenti sono facilmente scaricabili dai siti internet delle società del Gruppo.

Certi di aver contribuito alla completezza delle informazioni, porgiamo cordiali saluti.

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1 COMMENT

  1. Restano i quesiti di fondo, molto ben proposti dal pentastellato Ghidini. E cioè che A2A è una società quotata in Borsa e che, come tale, ha vincoli di produttività e redditività dei quali risponde prima di tutto “al mercato” e non già ad un CDA o ai soci, pubblici o privati che siano. E la governance e gli obiettivi, così come tutte le strategie, sono assunte da manager privati in totale autonomia ed a prescindere dal controllo pubblico, cioè di fatto dai cittadini di Brescia e Milano, i quali si limitano solo a “prendere nota” di decisioni che impattano drammaticamente sulla loro salute. Nel caso specifico dell’inceneritore, ha pure esso (purtroppo) un punto di pareggio economico che si traduce in non meno di 700.000 tonnellate l’anno di rifiuti bruciati, al di là della loro natura e da dove provengano (sempre purtroppo). Non per questo fu inizialmente pensato l’incenerirore “pubblico” e pochi lo ricordano oggi. Tutto ciò è clamorosamente inaccettabile, checchè ne dicano, peraltro sempre più sommessamente, i vari Del Bono, Cominelli e vertici di A2A.

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