Novità 2019 per gli agenti penitenziari: il carcere diventa a pagamento

Secondo una circolare ministeriale gli agenti dovranno pagare il pernottamento nelle caserme, con arretrati da Ottobre 2017

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ex Canton Mombello - Nerio Fischione
ex Canton Mombello - Nerio Fischione

Non bastavano le numerose problematiche che attanagliano gli Agenti della Polizia Penitenziaria – carenza di personale, strutture obsolete e fatiscenti, condizioni lavorative precarie e non in sicurezza, mancata fornitura degli effetti vestiario – il nuovo anno ha riservato un’amara sorpresa.

Gli agenti dovranno pagare anche il pernottamento presso le caserme, con arretrati da Ottobre 2017. Una novità, spiega il Coordinatore regionale della Fp CGIL Polizia Penitenziaria Calogero Lo Presti, introdotta con una circolare ministeriale.

La spesa si attesterà sui 650 euro a poliziotto.

Il personale accasermato – precisa Lo Presti – è soggetto, ed obbligato, ad intervenire in qualsiasi momento, del giorno e della notte, in caso di emergenze connesse ad esigenze che riguardano la sicurezza delle due carceri bresciane, “ Verziano “ e “ Nerio Fischione “.

Lo Presti continua: “secondo quanto disposto da una circolare, emessa il 7 Gennaio 2019 dalla Direzione Generale del Personale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, chi usufruisce della camera in caserma dovrà corrispondere un onere, cosa che era stata chiarita dal precedente Governo, con il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio del 2018, sancendo che l’utilizzo degli alloggi collettivi di servizio del personale della Polizia Penitenziaria è a titolo gratuito prevedendo uno stanziamento di fondi ad hoc. La circolare emessa dalla Direzione Generale del DAP sarebbe giustificata da una errata stima delle risorse economiche stanziate con l’ultimo DEF. Nonostante cambino i Governi e nonostante le promesse in campagna elettorale la politica rimane, ancora una volta, lontana, se non miope, alle problematiche e alle esigenze dei poliziotti penitenziari.”

La Fp CGIL Nazionale , con una nota formale, ha chiesto la sospensione del provvedimento ed un incontro urgente con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria a Roma. Se l’incontro non sortirà gli effetti auspicati la CGIL chiamerà in causa il Ministro della Giustizia. Non si escludono forme di protesta.

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