Accusato di aver ucciso un gattino, lui non ricorda
Non si ricorda di averlo ucciso, o se l’ha fatto è successo “involontariamente”.
Il coltivatore di Quinzano, accusato di maltrattamento di animali, stalking e calunnia, ha dovuto riportare la sua versione dei fatti in Tribunale, ma ha continuato a sostenere di non essere responsabile della morte di Grigino, il gatto della sorella.
Nelle precedenti udienze del processo che lo vedono imputato – la vicenda è riportata da Bresciaoggi – hanno deposto anche la madre, la sorella e il cognato: tutti protagonisti di un clima familiare divenuto insostenibile e degenerato quando è morto il padre di L.B.
Secondo quanto sostiene l’accusa, non solo il gattino della sorella sarebbe stato prima azzannato dal dobermann di L.B., ma sarebbe poi stato schiacciato più volte dal trattore dell’uomo, accusato anche della morte di altri felini.
L.B. è inoltre accusato di stalking per avere più volte suonato il clacson del trattore all’alba, con il solo scopo di svegliare i familiari. La sua versione però è un’altra: avrebbe trovato il cancello chiuso e quindi l’accesso ad altri mezzi agricoli utilizzati per lavoro impossibile.
La sentenza è attesa per il 18 marzo 2019.