di Claudio Bragaglio* – Dibattiti, incontri, l’accapigliarsi persino sui modelli di gestione…ci sta tutto. Ma qual è, a mio parere, l’oggetto vero del voto di Domenica?
Son tra quelli che non hanno auspicato il Referendum, che ritenevano più opportuno un diverso percorso. La vicenda Referendum ATAC sul trasporto pubblico a Roma – con quel 16% dei votanti – è una riprova del fatto che su certi temi lo strumento del Referendum è un’arma a doppio taglio. Preoccupazione che mi auguro vivamente venga smentita da Brescia. E non si tratta di quorum formali o meno…
La Direzione provinciale del PD ha assunto sul Referendum una posizione per il SI’, con motivazioni rese pubbliche che condivido totalmente. Come condivido le posizioni espresse dai Presidenti, prima da Mottinelli e poi da Alghisi, nel loro passaggio di testimone in Provincia. E che non riprendo.
Ma in due parole vorrei andare oltre per dire la mia sui pensieri di incerti, perplessi, tiepidi. O semplicemente dei disattenti, che pensano che tanto i pensieri verso il meglio camminino da soli, senza dover neppure indossar le scarpe.
Si può esser stati contrari o perplessi (come il sottoscritto) sul Referendum e persino sulla formulazione del quesito (come il sottoscritto), ma tale Referendum con quel quesito adesso c’è. E che si fa? Finta di nulla? Non dico che succede se vincesse il NO, ipotesi che neppure considero. Ma se anche solo ci fosse una partecipazione scarsa che significato politico assumerebbe un tale esito? Ce la potremmo cavare con la gratificazione dei perplessi che… tanto loro l’avevan detto? Con il capello del quesito da voler spaccare a tutti i costi in quattro? Con ritorsioni polemiche tra chi è il miglior sconfitto della partecipazione? Con le dolorose ragioni – così tipiche e frequenti a sinistra – dei masochisti che si privano degli…attributi?
Io penso che il SI’ abbia un valore fondamentale e di carattere generale, che va molto al di là di obiezioni o di precisazioni – anche legittime – sulle singole questioni, sulle concrete soluzioni di organizzazione dei servizi idrici che saranno man mano definite in base a leggi anche nazionali (vedi anche il Presidente della Camera, Roberto Fico a Brescia), alle disponibilità di risorse, a chi vincerà nei vari Comuni…a tante altre cose oggi neppure del tutto definibili.
Un SI’ – a mio parere – che va al di là persino del chi, del perché e del per come dei Proponenti. Ed anche al di là di tutti gli alibi – e pure anche d’una qualche idiosincrasia verso questo o quell’altro Proponente – pur di poter svicolare dal voto. Ma che in questo caso non han proprio alcuna ragion d’essere.
Il SI’ merita d’esser convintamente sostenuto – e non solo col pensiero, ma portandoci con le nostre gambe a votare ai seggi – proprio perché l’acqua è quel bene comune, quel valore, la cui fondamentale valenza pubblica è – e dev’essere – la bussola di orientamento per le scelte degli amministratori locali e per gli stessi cittadini.
* Presidente direzione regionale Pd
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