«La tecnologia è unopportunità. Ma per farla fruttare senza cadere nelle trappole, come quella della disoccupazione, bisogna avere degli anticorpi e Brescia ne è provvista» così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia commenta i dati evidenziati da un recente Rapporto di Confartigianato sul rischio automazione nelle imprese italiane e sul relativo sistema immunitario dei territori. Vi emerge che a Brescia cè un alto rischio di automazione e una media capacità di reazione positiva, grazie ad una buona dose immunologica. Ma quanto è alto dunque il rischio che il lavoro delluomo venga via via sostituito da quello delle macchine? LItalia oggi è la settima nazione per intensità di robotizzazione, dopo una serie di Paesi asiatici a altri europei, come Germania e Slovacchia. Tra le conseguenze delladozione di tecnologie digitali nelle imprese cè lautomazione del lavoro e il rischio sul sistema produttivo, in particolare sugli occupati: in Italia il 26,6% degli addetti delle imprese (4,3 milioni di addetti) opera in settori ad alto rischio automazione. Quota che raddoppia rispetto alla media salendo nel manifatturiero (53,3%), mentre scende al 20,3% nei servizi. «La combinazione di intelligenza artificiale, machine learnig e degli algoritmi applicati alla grande mole di informazioni generate dalla Rete, dai macchinari dotati di sensori sempre più sofisticati, mette in discussione il futuro del lavoro ed è necessario fare attenzione. La principale leva per far sì che limpresa 4.0 crei e non tolga lavoro è la formazione. Senza dimenticare limportanza innovativa delle start up altamente innovative, dei brevetti e delle reti dimpresa» aggiunge Massetti.
Il confronto – Per entrare nel merito dei numeri dello studio: Brescia risulta lundicesima provincia per quota di occupati in imprese artigiane in settori a rischio automazione con una percentuale del 40,2% dietro a Prato (64,1%), Barletta-Andria-Trani (45,4%), Caltanissetta (43,8%), Trapani (43,4%), Agrigento (42,6%), Rovigo (42,3%), Perugia (41,3%), Catania (40,8%), Modena (40,5%), e Lecco (40,5%). Le province meno esposte sono Fermo (23,4%), Pisa (26,5%), Aosta (27,1%), Alessandria (27,5%), Rieti (27,9%), l’Aquila (28,2%), Vercelli (29,2%), Frosinone (29,5%), Belluno (29,5%) e Udine (29,6%). Stiamo parlando di 34.304 addetti ad alto rischio impiegati in imprese artigiane della nostra provincia. Se si prendono in considerazione tutte le imprese, questa percentuale scende al 30,1. Considerando il numero di imprese artigiane bresciane ad alto rischio automazione, stiamo parlando di 8.555 imprese artigiane, il 28,8% del totale.
A livello provinciale, su 101 province se ne contano 25 con livello di rischio automazione elevato (24,8% del totale), di queste 8 (7,9% del totale) hanno un livello di anticorpi elevato (Torino, Lecco, Vicenza, Treviso, Rovigo, Pordenone, Parma, Modena); 14 (13,9% del totale) tra cui Brescia, hanno un livello di anticorpi medio (Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Como, Brescia, Cremona, Mantova, Udine, Reggio nell’Emilia, Prato, Perugia, Ancona, Teramo, Chieti e Potenza) e 3 (3% del totale) hanno un livello di anticorpi basso (Avellino, Salerno e Caltanissetta).
Una spiegazione emerge chiaramente dallo Studio: se forte è a Brescia lautomazione e dunque forte il rischio, ciò è dovuto principalmente per lalta concentrazione di imprese e occupati nel settore manifatturiero (con particolare riferimento ai settori della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) e di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche; dallaltra parte si connota come forte e solido il sistema immunitario del territorio: perché laureati, propensione a fare rete, dipendenti formati e in aggiornamento costante, brevetti e capacità di esportare sono variabili importanti capaci di dare quel segno distintivo tra uomo e macchina. «Proprio facendo leva su queste variabili facendo possiamo fare la differenza. La trasformazione digitale dei sistemi produttivi in corso vedrà in numerose imprese la sostituzione di lavoratori con macchine, ma, come abbiamo indagato, luomo vincerà sul robot in attività caratterizzate da relazioni interpersonali, per creatività, cultura e grazie allapporto del sistema formativo e dellorientamento allinnovazione» conclude il presidente Massetti.