Le piccole e medie imprese artigiane del Bresciano dovranno lavorare fino all8 agosto per pagare le tasse. Soltanto dal giorno successivo gli imprenditori cominceranno a guadagnare per sé e per la propria attività. Il 9 agosto 2018 sarà infatti il tax free day, che questanno arriverà dopo di quello del 2017 (8 agosto) e dopo di quello del 2016 (7 agosto). Una lieve perdita, che colloca Brescia al 72esimo posto nella classifica nazionale, in discesa di 2 posizioni rispetto al 2017, quando si era collocata al 70esimo posto. Il tax free day arriverà in media in Italia l11 agosto.
A svelarlo è il rapporto 2018 Comune che vai fisco che trovi dellOsservatorio permanente della tassazione sulla piccola impresa in Italia di Cna, curato dal Centro studi Cna e dal Dipartimento politiche fiscali, presentato il 17 luglio, a Roma nellauditorium Cna. È unanalisi dettagliata del peso fiscale che le pmi portano sulle proprie spalle in 137 comuni italiani.
Il rapporto riferisce che, questanno, il fisco si prenderà il 60.7% del reddito dimpresa delle pmi artigiane di Brescia. È questo il total tax rate calcolato dallOsservatorio, in crescita dello0,2% rispetto al 2017, quando era al 60,5%, dello 0,48% rispetto al 2016 (60,02%) e del 2,62% rispetto al 2011 (57,4%). Il total tax rate medio italiano è del 61,4%.
Al netto della tassazione, allazienda tipo analizzata dal rapporto: 431mila euro di ricavi, 50mila euro di reddito dimpresa, unarea produttiva di circa 500 metri quadrati e cinque dipendenti resterà un reddito disponibile di 19.770 euro.
“Nonostante tutti gli sforzi messi in campo da Cna per tentare di allentare la presa delle tasse comunali, regionali e nazionali sulle casse delle imprese artigiane, la pressione fiscale continua a essere altissima dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia -. Non solo: ai costi diretti dellimposizione fiscale va purtroppo sommata anche la burocrazia, sempre più pressante. Oggi siamo arrivati al paradosso che gli imprenditori non chiedono nemmeno più di abbassare le tasse, ma quasi mettono al primo posto tra le loro richieste di attuare la semplificazione e di avere meno burocrazia. Quello che chiedono, in fondo, è solo di poter svolgere il loro lavoro. Al costo dellimposizione fiscale si sommano così gli oneri delle burocrazia, che fanno sprecare migliaia di ore per sbrigare tutte le pratiche amministrative. Inoltre conclude la presidente Rigotti in Italia ci sono troppe misure standardizzate, che non badano alla realtà delle piccole imprese che, ovviamente, non possono sostenere i parametri impiegati per la grande impresa: servirebbero dei correttivi immediati”.
Qualunque numero si prenda in considerazione, Cna ribadisce, che molto resta ancora da fare per arrivare ad un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese, la pressione fiscale in Italia è troppo elevata. Per ridurre questa pressione, invertire la tendenza del trasferimento alle imprese degli oneri dei controlli, per usare in modo intelligente la leva fiscale e per aumentare la domanda interna Cna propone diversi interventi, tra i quali
1) preveda la riduzione delle aliquote IRPEF a partire da quelle più basse del 23% e del 27%;
2) elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali.
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