Guerra delle preferenze, ecco chi festeggia e gli esclusi in città

Interessante è anche osservare come è andata a finire la guerra delle preferenze nelle singole liste, dove non sono mancate le sorprese

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Massimop Taccono, Lega
Massimop Taccono, Lega

Il nuovo consiglio comunale di Brescia, a grandi linee, è fatto. Ma interessante è anche osservare come è andata a finire la guerra delle preferenze nelle singole liste, dove non sono mancate le sorprese.

Nel Pd, come detto, quasi tutti eletti. L’unico degli uscenti che non dovrebbe farcela è il consigliere Tommaso Gaglia. Ma anche il giornalista di Bresciaoggi William Geroldi ha mancato il seggio. Per quanto riguarda invece le preferenze, oltre quota mille Muchetti e Manzoni, mentre il terzo posto va alla ex deputata Miriam Cominelli (709). A seguire il capogruppo uscente Fabio Capra (685) e il presidente della Fondazione Asm Roberto Cammarata (658).

Nella lista Castelletti, tripudio di preferenze per il vicesindaco uscente, seguità dal pupillo Fabrizio Benzoni e da due ex socialisti doc: Dionigi Guindani e Mafalda Gritti. Mentre nella civica delboniana, in attesa di sapere se Patitucci sarà ripescato, è da segnalare il primo posto del giovane Alessandro Cantoni, con ben 493 preferenze. Fuori, con pochi voti, l’ex consigliere regionale Michele Busi. Ma anche l’assessore uscente Felice Scalvini non è andato bene: davanti a lui, nella guerra delle preferenze, sono ben in 14.

A sinistra, dopo il tandem Fenaroli Albini, ci sono – in ordine – Chiara Zappa e Luca Trentini. Mentre in Brescia 2030, 519 preferenze non sono bastate all’assessore uscente Roberta Morelli per centrare il seggio (la lista non dovrebbe avere consiglieri): bene nelle preferenze anche Abdoul Munaf Chioudry (351). Nell’altra civica delboniana, la 2.0, infine, il più preferenziato è stato Pino Mongielli con 84 voti.

Nel centrodestra, in Forza Italia, è stata guerra a quattro. Il primo è stato il segretario cittadino Paolo Fontana (546), seguito da Mattia Margaroli. Luigi Gaggia si è fermato a 403, mentre Giorgio Maione è arrivato a 350 e Flavio Bonardi a 228.

Nella Lega tutti a votare Simona Bordonali (1472), ma bene è andato anche il capogruppo Massimo Tacconi. Terzo posto per Giampaolo Natali, protagonista di una campagna elettorale tra le più costose. Tra gli esclusi l’ex consigliere regionale Alessandro Marelli, che si è fermato a 118.

Mentre in Fratelli d’Italia a sorpresa il più votato è stato l’ex forzista Giovanni Acri, che ha scavalcato nettamente anche il coordinatore provinciale Giangiacomo Calovini. Merito, anche, dei voti della comunità calabrese bresciana, di cui potrebbe aver beneficiato anche il primo della civica X Brescia Francesco Natale Raineri (quarta l’ex consigliere comunale forzista Mariachiara Fornasari). Infine l’Udc con pochi voti, ma un podio formato da Zaninelli, Agnellini e Petriccione.

Tra i cinquestelle, invece, il più votato è stato Fausto Cavalli, con 115 voti. Tre in più di Guido Menapace. Ma in Loggia enterà solo il candidato sindaco Ghidini. Mentre tra le liste minori la più votata è stata Potere al Popolo, che però non ha raggiunto nemmeno l’1 per cento: il più preferenziato, con solo 54 voti, è stato l’ex segretario provinciale della Cgil Dino Greco. Un misero bottino anche per Casa Pound, dove il più votato è stato l’ex sindaco di Trenzano Andrea Bianchi con 7 voti.

 

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