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Gestione dell’acqua, Mottinelli: il contratto Lega-M5S ci dà ragione

“Adesso voglio vedere a Brescia, dove abbiamo scelto una società locale a maggioranza pubblica (che non vuol dire privatizzare!). Dove arriverà la Demagogia e la disinformazione? Attendo modifiche legislative”. A dirlo è stato poco fa, su Facebook, il presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli, che ha pubblicato un estratto dell’accordo di governo fra Lega e Movimento 5 Stelle.

“E’ necessario investire sul ciclo idrico integrato di natura pubblica (…)”, si legge nel passaggio, “anche attraverso la costituzione di società di servizi a livello locale per la gestione dell’acqua pubblica”. Parole che Mottinelli cita – riportando il documento originale – a conferma di quanto promosso fino ad oggi dagli enti territoriali bresciani. I Comuni, infatti, hanno costituito una società (Acque Bresciane) oggi interamente controllata dal pubblico, che entro la fine del 2018 dovrebbe aprirsi a soggetti privati (tale è per la legge A2A, controllata dai Comuni di Brescia e Milano) solo per una quota minoritaria (che va dal 40 al 49 per cento). Tutto ciò con l’obiettivo dichiarato di finanziare, attraverso le tariffe, gli interventi di ristrutturazione della rete di cui hanno bisogno diverse zone bresciane.

Tra la Provincia e questa svolta, però, c’è il tanto contestato referendum sull’acqua pubblica, promosso da alcuni Comuni, per cui la provincia approverà nella seduta di domani il regolamento. Pur avendo sempre ribadito, per bocca di Mottinelli e di altri rappresentanti, che si tratta di un inutile spreco di risorse. “Il Consiglio provinciale lo ha dichiarato legittimo – aveva detto il presidente del Broletto a BsNews.it lo scorso gennaio – Si tratta di un referendum consultivo che lascia la responsabilità alla Conferenza dei sindaci: sono certo che questa confermerà la scelta fatta dalla Provincia nel 2015. E’ un passaggio democratico: però, visti gli esiti pratici, il rischio che si spendano milioni di euro dei cittadini inutilmente a mio avviso c’è”.

E a chi gli ha ricordato il referendum del 2011, Mottinelli – sempre su Facebook – ha risposto che “il referendum parlava di remunerazione dei proventi delle tariffe per il privato. Va da sè che (se la maggioranza è in mano al pubblico e le tariffe remunerano i soli interventi assentiti dall’authority, che sono quelli per intenderci di cui buona parte della Valle Camonica, per esempio, è sprovvista e per la quale rischia infrazioni e sanzioni) lo spirito del quesito referendario è rispettato. Ma a qualcuno fa più comodo sparare sul mucchio. Adesso vedremo le decisioni del Nuovo Governo. Ma mi sembra – chiosa provocatoriamente Mottinelli – che il programma sia chiaro: sono curioso”.

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Redazione BsNews.it

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