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Chiesa, moschea, sinagoga: anche a Brescia una casa per tutti? | di Sandro Belli

di Sandro Belli – Leggo sul giornale con un po’ di stupore che a Berlino esiste un edificio che “…..combina chiesa, moschea e sinagoga chiamato House of one”.

Nel 2013, nel mio libro “Convivio bresciano”, in un breve capitolo dedicato all’incontro fra una donna ed il vecchio saggio Samadi, scrivevo:”Questo edificio che vedi in prospettiva è una…..una chiesa, come voi la chiamate.

In realtà è una costruzione complessa. Immagina una grande ruota con al centro, al posto del perno, uno spazio perfettamente circolare e vuoto.

I sei raggi della ruota che convergono in questo centro sono le mura di delimitazione di ciascun luogo di preghiera.

Sei entrate uguali sulla circonferenza: una per la moschea, una per la sinagoga, una per il tempio induista, una per la chiesa cristiana, una disponibile per il culto locale e una per il tempio buddhista. Tutte convergono nel cerchio centrale, che si proietta verso l’alto in forma di cilindro, come fosse un minareto o un campanile. All’interno del cilindro non v’è nessun simbolo, nessuna immagine, e regna il silenzio”.

La mia convinzione nello scrivere questo breve testo, era quella che ancor oggi mi sento di confermare e cioè che ciascun popolo e ciascuna etnia, debba restare legata alla propria cultura e al proprio credo e che solo nell’Assoluto – l’unicità di Dio, (quello che nella descrizione sopra scritta è il cilindro vuoto silenzioso, volto al cielo), vi fosse una unificazione ed una possibile integrazione. Per il resto, come ciascun settore della chiesa esagonale sopra descritta, ogni entità ed ogni popolo deve rimanere distinto, ognuno con la propria cultura e la propria fede, con le proprie usanze ed i propri costumi in ogni situazione della vita.

Mi sento ancora di ripetere: “Troppi ossessionano noi e voi con la volontà di integrazione, volontà che spesso nasconde un istinto di cancellazione delle diversità. Per questo chiedo agli stranieri: non lasciatevi integrare in questo sbiadito mondo occidentale!! Mantenete il vostro modo di vestire, i vostri colori, la vostra musica, la fede, a volte appassionata, nel vostro dio. Non rinunciate ai vostri riti e alla vostra creatività. Vi si chiede solo di rispettare la nostra cultura e in assoluto le nostre leggi e, per vostra utilità, di imparare la nostra lingua. Molti di voi hanno alle spalle culture e civiltà millenarie che non vanno disperse. La vostra identità sia la conferma di quanto la “diversità” sia un formidabile stimolo alla conoscenza, all’interesse per la vita in tutti i suoi aspetti”.

Tesi e proposte controcorrente che, come ho appreso ieri nella lettura del giornale, sono comparse nel centro Europa e che potrebbero rientrare nella realtà futura di Brescia 2030.

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Redazione BsNews.it

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