Morte Sana Cheema, il padre confessa: l’ho strangolata
Rischiano una condanna durissima, anche la pena di morte, le tre persone arrestate in Pakistan per la morte di Sana Cheema, la 25enne di origine pakistana – ma residente da anni a Brescia – uccisa ad aprile in patria.
L’autopsia, come riferito ieri, ha sentenziato che il suo decesso non è stato provocato da cause naturali: l’osso del collo era rotto e per questo è stato ipotizzato lo strangolamento.
Da settimane, con questo sospetto, erano stati fermati in Pakistan il papà di Sana, Ghulam Mustafa, il fratello Adnan Mustafa e lo zio Mazhar Iqbal. Dopo l’esito degli accertamenti medici – secondo quanto riportato da diverse fonti – il padre avrebbe confessato di averla uccisa strangolandola, facendosi aiutare dal figlio.
Resta da chiarire ancora il movente. Secondo le ipotesi investigative la giovane avrebbe pagato lo stile di vita “troppo occidentale” (come Hina Saleem) e il rifiuto di prestarsi al matrimonio combinato per lei dalla famiglia.