Civica per Del Bono sindaco: vogliamo dare un contributo concreto

"Ci siamo candidati nella Lista Civica Emilio Del Bono sindaco - scrivono i candidati su Facebook - per sostenerlo in prima persona e per dare un contributo concreto"

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Lista Civica per Del Bono sindaco
Lista Civica per Del Bono sindaco

Trentadue uomini e donne compongono la lista Civica Del Bono Sindaco, presentata ieri e costruita a partire dalla condivisione dello stesso progetto di città.

Del gruppo fanno parte professionisti, imprenditori, persone che già in questi anni si sono impegnate, a vario titolo, per il bene della città.

Fattor comune dei candidati della lista, alcuni dei quali giovani e provenienti dall’esperienza dei consigli di quartiere, è dare continuità al lavoro svolto sinora da Del Bono e dai suoi collaboratori, ma anche contribuire a migliorare la città.

“Ci siamo candidati nella Lista Civica Emilio Del Bono sindaco – scrivono infatti i candidati su Facebook – per sostenerlo in prima persona e per dare un contributo concreto, condividendo le singole competenze acquisite in campo ambientale, commerciale, sociale, economico, giuridico, sanitario e scolastico. Vogliamo lavorare per Brescia e i suoi cittadini, creando un laboratorio di idee al servizio della città!”

I candidati della lista sono: Maurizio Argetta, Michele Armanetti, Laura Boscain, Michele Busi, Claudia Calubini, Alessandro Cantoni, Raffaella Cassano, Ilaria Cesaro, Mattia Ciccarelli, Alberto Comizzoli, Mattia De Tursi, Patrizia Di Liso, Alberto Facella, Gianni Fasani, Giusy Filippini, Andrea Frati, Guido Galperti, Mirella Iandolo, Laura Macario, Mario Maviglia, Alessia Palmirani, Sonia Papetti, Giovanni Pasini, Francesco Patitucci, Cristina Razzini, Federico Rege, Giuliano Richiedei, Marina Rossi, Felice Scalvini, Michelangelo Ventura, Paolo Vitale, Federico Zani.

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2 Commenti

  1. Galperti, Patitucci: ha qualcosa in più di civico e di civismo il mio gatto che si chiama Arturo di questi due politici di razza e chiara fama, più volte consiglieri comunali, provinciali, regionali e, Galperti, pure Sindaco, senatore ed onorevole. Insomma, gira e rigira, dietro la bandiera civica non c’è nulla. Sono voti di chiara matrice partitica e manifesta bandiera poltica prestati ad un candidato di partito per ossigenare il risultato elettorale finale. Un vezzo che non accenna a diminuire, anzi in questa tornata cittadina ci saranno in tutto una decina di Liste Civiche farlocche e travestite, alcune delle quali hanno un numero di candidati pari ai voti che prenderanno. E pensare che qualcuno, come il Bragaglio in gramaglie, si ostina a vedere in queste indecorose accozzaglie di prestanome e prestavoti un esempio di cui far tesoro e persino proporre ai livelli nazionali piddini in un’ottiìca di riedizione, rilancio o rinascita, nel caso specifico, del centrosinistra. Nel frattempo, ahimè, la Lega viene data in Italia al 22%, i pentastellati al 35%, mentre il PD scivola al 16%…

  2. Sulle liste civiche nulla di nuovo sotto il sole. O si nascondono sotto falsi nomi o stanno a guardare quale apparentamento conviene e quante poltrone riescono ad ottenere, o entrambe le posizioni. Ha voglia belli di far capire… Quanto al pd al 16% non posso che gioire. Finalmente l’elettorato si è accorto come questi mestieranti siano diventati reazionari, lontani galassie dai problemi di chi un lavoro non ce l’ha (loro invece a pancia piena e con i posti sicuri varano il jobs act), chi non riesce ad andare in pensione (loro invece hanno fatto il pieno in passato con il retributivo e tessere spi e fnp sindacali, gli unici che sostengono il sindacato, anch’esso su posizioni padronali), con un paese pieno di immigrati che sottraggono a costi e tutele inferiori i posti alla gente del posto (e loro ancora a pontificare che i nostri giovani e non hanno voglia di lavorare), con una disoccupazione drammatica (e loro a sostenere che il reddito di cittadinanza è assistenzialismo. Le casse integrazioni in deroga e non e il relativo lavoro nero che si era creato e i prepensionamenti che hanno distribuito in massa non sono state forme di assistenzialismo). Un paese con un costo enorme sull’accoglienza degli stranieri quando l’italia, da sempre, è sovrappopolata (e loro ancora a dire che ci servono, che siamo pochi), e tante altre politiche radicalchic o a soli scopi elettorali (vedasi per esempio gli 80 euro dati solo alla fascia che non stava male) hanno stufato la maggioranza della gente che invece sta male ed attende riforme urgentissime.

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