di Sandro Belli – Come spesso accade, una parola troppo usata e a volte abusata perde nel tempo il suo primo significato e rimbalza di bocca in bocca confusamente. Così oggi sta avvenendo per il termine populista che, utilizzato come quotidiana accusa agli schieramenti della propria opposizione politica, cerca di identificare e denigrare lavversario.
Se poi i bersagli di questa battaglia cioè i partiti o i movimenti detti populisti , col trascorrere del tempo, gradualmente cambiano e perdono le principali loro iniziali caratteristiche, il termine populista veramente per costoro non calza più.
Pentastellati e Lega, divenuti per vari aspetti simili agli altri partiti, inseriti nella logica e nei meccanismi della democrazia rappresentativa, con programmi politico-sociali che sembrano confondersi non solo fra loro, ma anche si mischiano alle proclamazioni e ai comportamenti di tutti gli altri schieramenti politici, ritengo che difficilmente possano mantenere lappellativo distinguente di populisti. I loro leader politici ogni giorno con dichiarazioni nuove, ripensamenti, correzioni di rotta, sempre più si allineano, nel bene e nel male, allintero panorama della politica nazionale. Con ciò non intendo dire che migliorino di molto il loro livello ed il loro prestigio. Come tutti sanno non è rimasto più nulla dellalto valore della politica nella nostra realtà odierna. Oggi più che di politica si potrebbe parlare di depolitica, di comune degrado e di perdita di idealità generalizzata.
(Uso il termine depolitica similmente a quello che molti anni fa si usava per indicare una perdita di valore della cultura (ecultura) oppure al termine in voga oggi decrescita, cioè retrocessione nello sviluppo.)
Mi chiedo: che sta succedendo ai populisti? Forse che son caduti dalla padella nelle brace? Sono cioè passati dal livello tanto denigrato di populisti a comuni partecipanti di una pesante depolitica? O forse invece è che la confusione ideologica e terminologica ci ha travolti? Li chiamavamo populisti perché erano anti europeisti, ma… tutto il popolo italiano, qualche anno fa euroentusiasta è oggi diventato eurofrustrato.
Li accusavamo di cercare fuori dalle compagini politiche nuove risorse e nuovi leader, e oggi tutte le forze politiche cercano nella ‘società civile’ uno sbocco, candidati civici che possano recuperare la fiducia della gente.
Li deridevamo perché, anche se in modo un po scomposto e naïf, cercavano di riavvicinare la politica ai cittadini, con slogan e proposte fuor dalla righe. Oggi gran parte dei cosiddetti populisti si sono omologati, hanno costituito comuni partiti politici, con qualche pregio e molti difetti. Sono in vario modo entrati nella depolitica.
Avrebbero potuto fare un salto diverso e di maggior valore: da populisti a popolari e avrebbero certamente vinto tutte le battaglie.
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