La Corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado ad Alessandro Musini, l’operaio 51enne accusato di aver ucciso la moglie Anna Mura.
Il delitto è avvenuto il 16 marzo 2015 a Castenedolo. A trovare il corpo della donna fu, intorno alle 13, il figlio minorenne della coppia, che allora si trovava a casa da scuola. Il marito – su cui si erano subito concentrati i sospetti – fu trovato giorni dopo sulla panchina di un parco pubblico. Ma si proclamò innocente affermando di essersi allontanato da casa perché sconvolto dalla vista del cadavere.
Per i giudici – che hanno accolto la richiesta del sostituto pg Gianpaolo Volpe e dei legali di parte civile, gli avvocati Renata Milini, Alessandra Bagetto e Cristina Guatta – non ci sono dubbi: è stato Alessandro Musini a ucciderla.
Qualche ombra, durante il processo, era scesa anche sul figlio, con la richiesta di chiarimenti sul Dna trovato sugli slip della donna e sulle macchie di sangue nel bagno. La sentenza, però, ha confermato che il giovane è soltanto un’altra vittima di questa triste storia.
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