Sanità di Montagna, Rolfi: appello dei sindacati da accogliere
Lappello dei sindacati e delle parti sociali va accolto perché la sanità di montagna necessita di più risorse per le politiche del personale; servono più fondi per far fronte alle necessità di chi è assunto ma soprattutto per coprire il turn over. Così Fabio Rolfi, Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia.
Fare sanità in montagna prosegue Rolfi è più difficile che nei grandi centri, così come risulta più complesso garantire standard alti nei piccoli ospedali rispetto alle grandi strutture. Le zone periferiche sono infatti meno attrattive professionalmente se paragonate alle grandi realtà, ragion per cui si assiste spesso ad una fuga del personale verso i centri maggiori e si ha il problema, ormai cronicizzato, della difficoltà di reperimento di certe figure sanitarie particolarmente specializzate. Il risultato va a scapito dei dipendenti e dellutenza: turni massacranti per coloro che rimangono e minore offerta sanitaria per i cittadini.
Questo è uno dei problemi generati dai tetti nazionali per il personale del comparto sanitario, imposti dai governi Renzi-Letta. Si tratta del famoso obbligo di rispettare, per il 2020, la spesa sanitaria del 2004 con una diminuzione del 1,5 %, obbligo che sta creando delle vere e proprie voragini in un contesto in cui la domanda è in aumento, a causa dellinvecchiamento della popolazione, e dove purtroppo si assiste ad una forte riduzione del personale, dovuta al picco pensionistico. Occorre quindi lavorare seriamente su misure incentivanti, proprio come ha fatto la Giunta Maroni, per i concorsi nellambito dellATS della Montagna e serve introdurre bonus anche in capo alla sanità territoriale, per i medici di medicina generale delle aree periferiche. La richiesta di esentare da rimodulazioni di budget questa ATS, e di avere un incremento di 1 milione per i fondi destinati, proveniente dal direttore dellASST della Val Camonica, dottor Stradoni, è un istanza che condivido e faccio mia, proprio perché le aree periferiche e montane rischiano di soffrire più di altre i tagli imposti alla Regione dallo Stato centrale in questi anni. Serve quindi un surplus di attenzione conclude Rolfi per garantire al personale condizioni di lavoro dignitose e ai cittadini un alto livello del servizi.