Ogni giorno di ricerche si chiude con un buco nell’acqua. Ma anche con un sorriso, nella speranza che Pietro Giordani – il 32enne di Gargnano scomparso nel nulla la sera del 22 dicembre – non si sia inabissato nelle acque del lago di Garda, ma abbia semplicemente cercato di far perdere le proprie tracce.
Per una settimana i sub hanno perlustrato le acque del Benaco alla ricerca dell’auto di Pietro (una Panda 4×4). Un pezzo di paraurti è stato ritrovato – e riconosciuto dai parenti del giovane – il pomeriggio di Capodanno alla foce del torrente Baes, in località Prà de la Fam in territorio di Tignale.
Ma dalle ricerche dei sommozzatori Volontari del Garda, con sonar e robot, non è emerso nulla. Per questo, nelle scorse ore, sono riprese anche le perlustrazioni via terra, concentrate soprattutto nella zona dell’Alto Garda. Anche se, al momento, l’attenzione di coloro che cercano Pietro sembra concentrata sul torrente che sfocia nel porto di Tignale.
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