Saranno 15 le categorie di lavori gravosi escluse dall’innalzamento dell’età della pensione a 67 anni, previsto per il 2019.
La platea individuata grazie ad un tavolo tecnico con Cgil, Cisl e Uil si riferisce a circa 15-20 mila lavoratori, pari al 10-15% delle previste pensioni di vecchiaia del 2019.
L’ultima categoria aggiunta in una lunga trattativa tra governo e sindacati è quella degli stampatori a caldo, dopo che lunedì – lo riporta il Corriere della Sera – erano stati inseriti nell’elenco delle categorie escluse anche i lavoratori marittimi, i siderurgici e gli operai agricoli.
Le 15 categorie sono dunque:
1 operai dellindustria estrattiva, delledilizia e della manutenzione degli edifici
2 conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
3 conciatori di pelle e pellicce
4 conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
5 conduttori di mezzi pesanti e camion
6 personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
7 addetti allassistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
8 insegnanti della scuola dellinfanzia e educatori degli asili nido
9 facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati
10 personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
11 operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
12 operai agricoli
13 marittimi (voce nella quale rientrano anche i pescatori)
14 i siderurgici
15 stampatori a caldo
Il confronto tra governo e sindacati comunque procederà e potrebbe portare all’ampliamento della lista degli esclusi. Avanza infatti l’ipotesi di aggiungere gli stampatori a caldo del vetro e le forze dell’ordine, che ad oggi possono andare in pensione a 62 anni. Se anche il comparto sicurezza dovesse essere inscritto in questo elenco, non scatterebbero i cinque mesi aggiuntivi e i lavoratori del settore, guardie giurate comprese, andrebbero in pensione in ogni caso a 62 anni.