di Elio Marniga – Caspita che movimenti, che sussulti, che sobbalzi, che convulsioni; e che silenzi, che quiete, che calma, nella politica bresciana! Volevo, per mio solo uso e divertimento, fare il puntino della situazione, ma questa, senza mai sobbollire, non sta ferma; sfogli un giornale e , leggi laltro e , tendi lorecchio e le parole tintasano lorecchio; consulti facebook e annusi primizie che rimescolano lerbaggio che tenevi per buono, senza mai dartene di più gustoso.
Però io ci provo; con calma; con parole e pensieri bradi che qualche amico, magari, avrà la bontà di correggere, se fuori dal vaso.
Parto da un dato certo: Del Bono si è ricandidato. E chi mai lavrebbe dubitato? La decisione dipendeva solo da lui; gli altri, il PD cittadino soprattutto, non avevano che da assentire. Siamo già, infatti, al tesseramento del Partito dei Sindaci. Non che a me non piaccia un partito così; anzi, ho in mente una legge elettorale basata su di loro, che sanno cosa vuole la loro gente; solo che è necessario che ci sia unidea (stavo per scrivere ideologia, ma dicono che sia scandaloso scrivere questa parola) unificante, comune a tutti, almeno ai tutti riuniti in gruppi diversi. Qualche segnale in direzione del partito dei sindaci è già pervenuto: il Sindaco di Brescia voterà sì al farlocco referendum leghista, mentre il segretario provinciale del partito cui è (era?) iscritto, si è schierato per lastensione.
E la convocazione/invito agli alleati e vicini fatta qualche settimana fa? Dai resoconti giornalistici mi è parso di capire che a presiedere lincontro ci fosse anche la Castelletti, in qualità di vice, non di semplice alleata di governo. Così fosse, Del Bono avrebbe già fissato un bel perno, sul quale far girare la giostra delle alleanze. Fermo lappalto della cultura, mi pare che le uniche novità che lincontro ci ha dato sia stata la presenza del PSI, con il suo segretario provinciale Cinquepalmi, che si è limitato a chiedere, a quanto pare, che oggetto della discussione futura sia la piattaforma programmatica, e del MDP, il cui portavoce Pagani invece, ligio alla linea nazionale ma soprattutto speranzoso di sopravvivere anche senza laria piddina, vuole una cabina di regia, ossia vuole contare oltre il suo peso, che ancora nessuno conosce, e pretende nessun sfrangiamento al centro. Non so se quellincontro è stato utile a Del Bono; forse gli ha rafforzato lidea che sia necessario, e conveniente, dare maggior spazio a liste civiche. Lì le possibilità si vedono più verso il centro destra che verso il centro sinistra; non penso infatti che Braghini voglia ripetere la brutta figura del 2013, né che la Parmigiani, pur carica di onesta ambizione, osi staccarsi da Fenaroli (ma non si sa mai, dipenderà dalle promesse che riceverà). Sullaltra riva invece ci sarebbe da ripetere lesperienza di Onofri, lasciato troppo solo dai suoi; e, perché no?, tentare Ninì Ferrari con una promessa di maggior visibilità, condizione civica alla quale non sa rinunciare; e anche si potrebbe vedere cosa sono capaci di esprimere i saggi del Sindaco che, non si sa perché, sono più rigogliosi a destra che a sinistra. Certo, sarebbe proprio uno sfrangiamento; eccessivo?
Dovrei ora dire del centro destra; cè da dire? Boh! Magari più in là.
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