Il campanile prevale su ogni altra logica. Al referendum di ieri, infatti, i cittadini dei tre comuni coinvolti – Ponte di legno, Temu e Vione – hanno bocciato l’ipotesi di dar vita a un unica realtà amministrativa. Un no arrivato nonostante il via libera dato nel 2012 dai citadini di Ponte, a cui era però subito seguita una prima bocciatura all’ipotesi di fusione con Temù.
Ora la nuova stroncatura dell’ipotesi “Pontemone” (o Pontemùvione), che con i suoi 178 chilometri sarebbe diventato il più esteso della Valcamonica (nonostante gli abitanti non avrebbero superato le 3.500 unità). A votare è stato l’80 per cento degli aventi diritto al voto.
Il no ha vinto nettamente a Vione (300 voti contro 189) e di misura a Temù (338 contro 363). Mentre a Ponte ha vinto il sì con 616 voti contro 417. Ma non è bastato.
Ci sono, come sempre, troppi interessi che incidono sulle scelte. Infatti, nel passato, si procedeva ad unire i comuni con la forza, come con la forza e i soprusi si e’ proceduto all’unificazione della penisola italiana, ignorando il popolo. Se fai i referendum come qui, i risultati sono spesso opposti a quello che il potere vuole imporre.