I proverbi sono i cosiddetti frutti della saggezza popolare, ma anche dei veri e propri codici di luoghi comuni che rappresentano una comunità e un territorio. Metafore o similitudini usate nei detti sono infatti il risultato degli usi, dei costumi e delle leggende degli abitanti nella cui lingua nascono. Considerati patrimonio culturale, anche quelli partoriti a Brescia sono diversi e abbracciano concetti quali la famiglia, il lavoro, le donne… ne abbiamo scelti cinque per voi: forse non sono i più famosi, ma certamente adatti alla “brescianità”.
1) Chi patés, s’embelés – Chi soffre si ingentilisce
Indice della capacità del bresciano di sopportare mille fatiche. Anche la sofferenza fa parte della vita, ma per un bresciano, che sia nel lavoro o in famiglia, diventa motivo di orgoglio
2) Diète e bröcc lòng i mena l’òm a l’altèr mònd – Diete e brodi lunghi portano l’uomo all’altro mondo
I bresciani amano la buona cucina e il buon vino e non sono molto inclini agli alimenti dietetici, tanto che il burro impera in quasi tutti i piatti
3) La tròpa bondansa, la fa ‘ngrossà la pansa – La troppa abbondanza fa ingrossare la pancia.
Mai essere lascivi, mai accontentarsi: piegare la schiena, lavorare e risparmiare. Questi i bresciani fanno .
4) Le bune fomne no le gh’à né orèccie né oeucc – Le brave donne non hanno né orecchie né occhi.
La donna come madre del focolare. Questo detto, certo non attuale, implica come le donne siano dedite alla famiglia , indipendentemente da ciò che succede intorno
5) En tèmp dè segà ghè tèmp gnà dè cantà – Nel momento della mietitura non c’è tempo nemmeno per cantare.
Lavoro, lavoro, lavoro: quando si è all’opera non c’è tempo per distrarsi. Questa è l’anima bresciana.
4) Le bune fomne no le gh’à né orèccie né oeucc – Le brave donne non hanno né orecchie né occhi.
Mi mancava……
Maschilista il 4!!!!!!!