Bitcoin e criptovalute, cosa sono e che mercato hanno
Le criptovalute sono un mondo sconosciuto a molti. Ma già quando parla di Bitcoin qualcuno riconosce un concetto che ha spesso sentito nominare e che difficilmente riesce a definire in maniera chiara ed esaustiva. In questo articolo (avvalendoci di Google e di Wikipedia come fonti primarie) BsNews cerca di fare chiarezza sul mondo delle monete alternative o complementari. Senza preconcetti.
COSA E’ UNA CRIPTOVALUTA
Le criptovalute o criptomonete sono valute digitali “paritarie, decentralizzate la cui implementazione si basa sui principi della crittografia per convalidare le transazioni e la generazione di moneta”. Questa la definizione di Wikipedia Italia, che certo non appare di tono particolarmente divolugativo. Per dirla con parole più semplici una criptovaluta è una valuta virtuale – alternativa o complentare a quelle reali – che può essere utilizzata per fare acquisti sicuri sulla Rete internet e, in alcuni casi, anche nel mondo fisico. Generalmente le criptovalute si basano su complicatissimi algoritmi che ne garantiscono la totale sicurezza e utilizzano tecnologie peer-to-peer per lo scambio. Inoltre quasi tutte le criptovalute sono progettate per avere un tetto massimo di moneta coniabile (dagli stessi utenti) soprattutto per evitare i rischi legati all’iperinflazione.
Le criptovalute sono uno strumento visto spesso con diffidenza dai governi e dalle banche centrali per la possibilità di effettuare transazioni in totale anonimato. Gli scambi, infatti, avvengono direttamente tra privati, senza alcuna intermediazione e alcun controllo centralizzato. Questo tipo di monete viene utilizzato dagli utenti per motivi etici, per investimento (anche se si tratta di un mercato con oscillazioni molto forti) oppure per scopi illeciti, come il riciclo di denaro, l’acquisto di droga e armi nel deepweb o l’attività di cracking informatico (non a caso un recente virus prendeva “in ostaggio” i dati della vittima e chiedeva un riscatto i bitcoin per riconsegnarli).
Il concetto di criptovalura è stato descritto per la prima volta nel 1998 da un certo Wei Dai, ma ha trovato applicazione concreta soltanto dieci anni dopo.
LE CRIPTOVALUTE PIU’ NOTE
Sono decine le criptovalute in circolazione nei mercati on line inn questo momento. Quasi tutte sono derivate dai Bitcoin: la “moneta” alternativa nata del 2009 e da allora diventata la più nota e utilizzata, on line e in alcuni casi anche offline. Oltre al Bitcoin, alcune delle più note criptovaltue sono i Litecoin (tra le più utilizzate),i Namecoin (2011), i Peercoin (2012), i Quark, i Primecoin (2012) e i Fathercoin (2013), ma soprattutto – una delle ultime nate: Ether, unità di conto della piattaforma di scambio di smart contracts (contratti automatici) Ethereum.
Stando agli ultimi dati il mercato mondiale delle criptovalute avrebbe superato quest’anno i 100 miliardi di dollari, contro i 20 miliardi di inizio anno. Un vero e proprio boom giustificato soprattutto con il balzo in su del Bitcoin, che vale circa il 40 per cento del mercato totale (per quanto sia difficile avere una stima attendibile). Ma è da segnalare anche il botto di Ether, che ha raggiunto a giugno una capitalizzazione di 36 miliardi di dollari. Mentre sarebbero almeno una decina le criptovalute emule dei Bitcoin con una capitalizzazione superiore al mezzo milione di dollari..
BITCOIN
Il Bitcoin (in codice Btc o Xbt), come detto, è la criptovaluta più nota e scambiata: le quotazioni hanno superato i 2mila dollari con una crescita vertiginosa rispetto agli ultimi mesi e gli ultimi anni. Il Bitcoin è nato nel 2008 su impulso di un anonimo programmatore conosciuto con lo pseudo di Satoshi Nakamoto. Nel 2012 il valore era di 140 milioni di dollari, nel 103 di ben 6 miliardi.
Sono moltissime le realtà che accettano le donazioni o i pagamenti in Bitcoin, tra questa la Wikimedia Foundation e alcuni store di Ebay. Ma ci sono anche casi curiosi, come l’Università di Nicosia a Cirpo che – secondo Wiki – accetta tale moneta come strumento di pagamento delle tasse universitarie. Nel Bresciano un esempio (citato da Wired nel 2014) era l’agriturismo Falcone di Lonato. Ma sono diverse le strutture ricettive italiane che accettano il pagamento in Bitcoin.