Venerdì 30, al Palazzo di Giustizia di Brescia, si aprirà il processo di appello che vede sul banco degli imputati Massimo Bossetti, condannato in primo grado per aver ucciso Yara Gambirasio. La 13enne fu rapita il 26 novembre 2010 fuori dalla palestra di via Locatelli, nel Comune di Brembate Sopra e trovata senza vita tre mesi dopo in un terreno incolto di Chignolo d’Isola.
La prova principale che aveva portato alla condanna di Bossetti era stato il ritrovamento del suo Dna sugli slip della piccola: un abbinamento arrivato al termine di prelievi e confronti su migliaia di persone, forse il più grande campionamento della storia giudiziaria occidentale. Ma tra gli indizi ci sarebbe anche la presenza del suo furgone a Brembate Sopra in un orario compatibile con quello del rapimento. A questo link tutti gli articoli sul caso della morte di Yara Gambirasio e sul processo a Massimo Bossetti.
Il muratore bergamasco si è comunque sempre dichiarato innocente. E, tramite l’avvocato, ha fatto sapere di essere fiducioso del fatto di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti.
A Brescia si annuncia una vera e propria invasione di telecamere da tutta Italia. Il procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria DellOsso, dopo un sopralluogo con il presidente della Corte dAssise dappello Enrico Fischetti, ha vietato riprese di qualsiasi tipo in aula.
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