Il Bergamo Film Meeting fa tappa (quattro volte) a Brescia

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Bergamo Film Meeting
Bergamo Film Meeting

Quattro importanti appuntamenti della 35ª edizione del Festival bergamasco saranno ospitati per la prima volta a Brescia, al cinema Nuovo Eden, alla luce di una nuova collaborazione con la Fondazione Brescia Musei e alla Libera Accademia di Belle Arti – Laba. Il regista Thanos Anastopoulos introdurrà il suo ultimo film L’ultima spiaggia, presentato al Festival di Cannes, e condurrà una masterclass di regia.

I quattro appuntamenti offriranno una finestra sulla sezione Europe, Now! di Bergamo Film Meeting 2017, incentrata sulla grande vivacità del nuovo cinema europeo: tre personali complete di tre registi emergenti – il greco Thanos Anastopoulos, la francese Dominique Cabrera e l’islandese Dagur Kári – portano in anteprima in Italia film da scoprire o riscoprire.

Il primo appuntamento a Brescia vedrà protagonista il regista greco Thanos Anastopoulos che, venerdì 17 marzo (14.30 – 17.00), terrà una masterclass aperta al pubblico presso la Laba e alle ore 21.00 al Cinema Nuovo Eden presenterà il documentario, co-diretto con Davide Del Degan, L’ultima spiaggia.
Sempre al Cinema Nuovo Eden, mercoledì 22 marzo alle 21.00 sarà proiettato il film dalla regista francese Dominique Cabrera Corniche Kennedy, mentre venerdì 24 toccherà a Fúsi (Virgin Mountain) dell’islandese Dagur Kári.


IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

VENERDÌ 17 MARZO 2017
ore 14.30 – 17.00 | LABA – Libera Accademia di Belle Arti | Via Don Giacomo Vender, 66 – Brescia
Masterclass con Thanos Anastopoulos, ingresso gratuito e aperta al pubblico
Info e prenotazioni: [email protected]

ore 21.00 | Cinema Nuovo Eden | via Nino Bixio, 9 – Brescia
L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos, proiezione alla presenza del regista
[co-regia Davide Del Degan] Italia, Grecia, Francia 2016, 135′, col., v.o.
A Trieste esiste ancora oggi un bagno comunale che divide l’ingresso in base al sesso: gli uomini da una parte e le donne dall’altra, separati da un muro alto tre metri che arriva quasi al mare. Gli abitanti di Trieste lo chiamano Pedocìn. Un documentario che riflette sul concetto di frontiera, identità e discriminazione. Cinema del reale, ma anche una tragicommedia sulla natua umana.
Ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

MERCOLEDÌ 22 MARZO 2017
ore 21.00 | Cinema Nuovo Eden | via Nino Bixio, 9 – Brescia
Corniche Kennedy di Dominique Cabrera, proiezione
Francia 2016, 90′, col., v.o. sott. it.
Le avventure di un gruppo di ragazzi che passano l’estate nei pressi di Marsiglia saltando in acqua dalla Corniche Kennedy, una strada che costeggia il mare; e una poliziotta con l’incarico di supervisionare quella parte di costa che li osserva con il binocolo. Il furore di vivere della giovinezza in un film solare, quasi camusiano, di notevole tenerezza.
Ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

VENERDÌ 24 MARZO 2017
ore 21.00 | Cinema Nuovo Eden | via Nino Bixio, 9 – Brescia
Fúsi (Virgin Mountain) di Dagur Kári, proiezione
Islanda, Danimarca 2015, 94′, col., v.o. sott. it.
A quarantatrè anni, Fúsi vive ancora con la madre. Grasso, goffo, solitario e assai taciturno, Fúsi è costretto a fare un salto nel buio quando una giovane donna un po’ incasinata e una bambina di otto anni entrano inaspettatamente nella sua vita. Un film sensibile, ottimamente giocato sulle sfumature del personaggio.
Ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro


I REGISTI
Thanos Anastopoulos
Attento osservatore della società greca (e non solo), anche nelle sue più recenti e drammatiche evoluzioni, Thanos Anastopoulos, oggi tra i registi e documentaristi più noti del suo Paese, esordisce al festival di Rotterdam con il suo primo lungometraggio Olo to varos tou kosmou (Atlas. All the Weight of the World, 2004), mosaico di storie di quotidiana umanità percorse da undici diversi personaggi. Successivamente, affronta la crisi greca e le sue ripercussioni sulle vite dei singoli, abbandonati a un destino che lascia poco spazio a prospettive future, con i film Diorthosi (Correction, 2007, che ha rappresentato la Grecia agli Oscar) e I kóri (The Daughter, 2012), entrambi presentati alla Berlinale. Infine, nel 2016 Anastopoulos approda al Festival di Cannes con il documentario L’ultima spiaggia (2016) – co-diretto con il triestino Davide Del Degan – che raccoglie tante piccole storie dai caratteri universali, racchiuse nel microcosmo del Pedocin, stabilimento balneare a pochi passi dal capoluogo friulano, celebre per il suo muro, che divide i maschi dalle femmine.

Dominique Cabrera
Con una carriera iniziata nei primi anni ‘80, la francese Dominique Cabrera è regista di fiction e di documentari, nonché attrice, produttrice, docente e scrittrice. Nata in una famiglia di pied-noir, i francesi algerini rimpatriati dopo l’indipendenza, Dominique Cabrera conserva un legame identitario con l’Algeria che, insieme alla militanza politica e all’attenzione per le questioni sociali, costituisce il fil rouge della sua produzione. Dopo i primi corti e i documentari, incentrati sulle contraddizioni e i problemi delle banlieue, fonda una casa di produzione, l’Ergonaute, insieme a Jean-Piere Thorn e Alban Poirier, con l’obiettivo di produrre film a sfondo sindacale e politico. I suoi primi lungometraggi, L’autre côté de la mer (1996), con protagonista Claude Brasseur nel ruolo di un pied-noir diviso tra due patrie, e Nadia et les Hippopotames (Nadia e gli ippopotami, 1999), con Ariane Ascaride, in cui tratta gli scioperi dell’SNCF (le ferrovie francesi) del 1995, vengono entrambi presentati a Cannes. Il successivo Le lait de la tendresse humaine (2001) è premiato a Locarno “per la migliore interpretazione” di tutto il gruppo di attori, tra i quali spicca Valeria Bruni Tedeschi. Seguono Folle embellie (2004), con Jean-Pierre Léaud e Miou-Miou, vincitore del premio della Giuria Ecumenica alla Berlinale, ispirato a un fatto reale della seconda guerra mondiale, quando un gruppo di internati in manicomio conquista la libertà grazie a un bombardamento; e Quand la ville mord, episodio tra i più apprezzati della serie poliziesca di France 2 “Suite Noire”. Dopo il tv movie Ça ne peut pas continuer comme ça (2012), realizza Grandir (ex O heureux jours!, 2013), documentario autobiografico in cui affronta la storia della sua famiglia. Selezionato a Cannes, riceve il premio Potëmkin a Cinéma du Réel. Il suo ultimo film, Corniche Kennedy (2016), da un romanzo della scrittrice Maylis de Kerangal e interpretato dalla giovane Lola Creton, sarà presentato in anteprima italiana a Bergamo Film Meeting.

Dagur Kári
Brillante esponente della nuova e vivace cinematografia islandese, Dagur Kári ha saputo conquistarsi sin dall’inizio il favore della critica internazionale, raccogliendo, con i suoi film, premi e riconoscimenti ai festival di tutto il mondo. Il suo primo lungometraggio, Nói albinói (Noi albinoi, 2003) – storia di un adolescente albino che vive ai confini del mondo, cioè in un villaggio islandese di soli 900 abitanti – passa da Rotterdam, Karlovy Vary, Toronto, Edimburgo, Roma, Sidney e molti altri. Segue Voksne mennesker (Dark Horse), storia d’amore tra uno street artist squattrinato e la commessa di una panetteria, che debutta nel 2005 a Cannes nella sezione Un Certain Regard, per poi intraprendere il giro dei festival del film precedente. Attratto dalle vicende esistenziali e senza mai rinunciare alla giusta dose di ironia tipica del cinema nordico, Dagur Kári fa ruotare le sue storie intorno a personaggi anticonformisti, spesso emarginati o veri e propri loser, che si muovono in atmosfere surreali, non prive di un pizzico di romanticismo e momenti di tenerezza. Nel suo terzo film, The Good Heart (2008), girato negli Stati Uniti, l’amicizia nasce in ospedale tra un giovane senzatetto aspirante suicida e un vecchio barista burbero in crisi cardiaca; il suo ultimo lavoro, Fúsi (Virgin Mountain, 2015), racconta di un 43enne in sovrappeso, che vive con la madre e fatica a entrare nell’età adulta. È il film che decreta definitivamente il successo di Kári: presentato in anteprima mondiale alla Berlinale 2015, riceve il Nordic Council Film Prize 2015 e trionfa al Tribeca Film Festival con tre premi, miglior film, sceneggiatura e attore (Gunnar Jonsson). Il film sarà in anteprima italiana a Bergamo Film Meeting. L’impegno di Dagur Kári come regista è imprescindibile da quello di musicista: oltre a dirigere i propri film, Kári ne crea la colonna sonora con il suo gruppo di musica elettronica Slowblow.

 

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