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Sara, ecco tutti i dettagli della scomparsa e del ritrovamento

Cosa è successo veramente? A queste domande cercheranno di dare una risposta definitiva i carabinieri della compagnia di Chiari, ma nel frattempo emergono sempre più dettagli sulla scomparsa e sul ritrovamento di Sara Capoferri, la 37enne di Palazzolo che ha fatto perdere le proprie tracce per una decina di giorni suscitando grande apprensione nei famigliari e nell’opinione pubblica. Proprio mente a Passirano si accendono i riflettori su un’altra scomparsa che desta preoccupazione: quella del 42enne Luca Inverardi.

La giovane è stata ritrovata con un amico in un’automobile rimasta impantanata in una stradina di campagna di Rezzato. Ma decisiva era stata la segnalazione via Facebook di un indiano di Prevalle (venuto a conoscenza del caso da Chi l’ha visto), che poche ore prima aveva visto Sara bere un caffè in un bar di Rezzato. Pier Antonio Capoferri, il papà di Sara, su consiglio dei militari, si è messo in contatto con l’uomo per poi invitarlo a chiamare i carabinieri. Nel giro di un’ora, una pattuglia ha rintracciato Sara e il suo conoscente in campagna.

 

All’arrivo dei militari la 37enne – lucida e in buona salute – ha affermato di essersi allontanata da sola e per sua scelta, anche se i militari erano già sulle sue tracce e di quelle della persona che l’ha ospitata.

La 37enne è stata quindi accompagnata in caserma a Chiari, dove è arrivata alle 18.15, per uscirne alle 2030.

“Confermiamo che è stata una fuga volontaria, Sara Capoferri ci ha spiegato che aveva bisogno di qualche giorno per riflettere e stare da sola. La cosa più importante è che Sara stia bene. Al momento non rischia alcuna denuncia per quello che è successo”, così – ha ufficializzato il comandante della compagnia dei carabinieri di Chiari, il capitano Stefano Giovino, al termine dell’interrogatorio della 37enne secondo quanto riportato da Bresciaoggi.

Per quanto riguarda uno dei misteri principali di questa vicenda, l’auto bruciata, Sara ha spiegato di essere rimasta senza benzina e – sotto il peso psicologico della lite con la figlia – di aver abbandonato la Micra a Berlingo con un cartello: a bruciarla sarebbe stato qualche vandalo. A Rezzato, invece, ha dichiarato di esserci arrivata con un bus di linea. Ma anche su questo gli investigatori nutrono qualche dubbio.

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Redazione BsNews.it

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