Il primo marzo ha compiuto 91 anni. Poi, come fosse la fine di uno spettacolo, ha aspettato il calare del sipario e ha salutato il pubblico. Si è spento nella notte Renato Borsoni, uno dei padri del teatro bresciano, opinionista di diverse testate (da segnalare in particolare la rubrica fissa curata per qualche anno sul quotidiano il Brescia), grafico di livello internazionale, esperto di comunicazione, scrittore, uomo di cultura e fine intellettuale.
La più grande passione di Borsoni, nato nel 1926 a Santa Maria Nuova in provincia di Ancona, è sempre stata il teatro. Un vero amore che è andato oltre il palcoscenico, tanto da aver sposato nel 1953 lattrice Marisa Germano – amatissima fino alla fine -, da cui ha avuto due figli, Corrado e Camilla, entrambi architetti.
Dopo aver fondato la Compagnia della Loggetta nel 1961 è stato tra i fondatori del Centro teatrale bresciano, che ha diretto dal 1975 al 1988 (oggi è intitolata a lui la Sala palcoscenico del Grande). Inoltre è stato consulente di diverse realtà nazionali nel settore.
Era titolare di un’agenzia di comunicazione, l’Advertising Studio Borsoni di via dei Mille, con cui ha curato diverse campagne importanti, tra cui quella – popolarissima – dedicata alla bambola Cicciobello.
Chi lo conosceva raccontava di una persona a modo, molto intelligente e dotata di grande umiltà. Lascia un grande vuoto nel mondo culturale bresciano.