Belli: nella Brescia che vorrei la competenza conta più del consenso

(a.t.) Da tempo i lettori di questo sito hanno avuto modo di leggere i suoi interventi sugli argomenti più svariati, dalle proposte amministrative passando per questioni più “intimistiche” come le relazioni sociali. Alessandro Belli è così, eclettico e appassionato nella scrittura come nella vita. Sposato, padre di sei figli, è laureato in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano ed è amministratore di Ave Spa, importante azienda bresciana che produce apparecchiature elettriche ed elettroniche di qualità. Ma le sue più grandi passioni sono la politica e la cultura, che lo hanno portato – tra le altre cose – prima a fondare l’associazione Bresciacittagrande e poi ad accettare la proposta del sindaco Emilio Del Bono di entrare nel comitato dei saggi di Palazzo Loggia.

Qualcuno potrebbe accusarla di essere un tuttologo…

Non mi sento affatto un tuttologo. Spesso la mia scelta di intervenire nasce dal fatto che giornalisti, politici e commentatori descrivono i problemi, li approfondiscono ottimamente da ogni lato, ma raramente propongono soluzioni. Io ci provo.

Il suo approccio alle questioni che riguardano la città è politico. Ma mai di parte…

Ho un approccio "civico" ai problemi, lontano da quello iperpolitico e ancor più partitocratico. Penso che spesso una scelta o una tesi veramente competente sia più valida di una scelta a maggioranza di voti. La competenza è il cardine dell’ideologia civica, che è ciò in cui credo.

Nella difficile attività di amministrazione di una città, in cui lei è coinvolto facendo parte dello staff del sindaco, come si può applicare questo criterio?

La mia è una esperienza per così dire "indiretta", tuttavia ho avuto modo di verificare quanto importante sia la competenza e l’ascolto. Ascolto dei cittadini d’ogni tipo, ma sopratutto dei competenti, che spesso sono le Associazioni, le categorie specifiche, gli specialisti tecnici o gli appassionati.

Ritiene che la funzione dello staff possa essere davvero utile alla città?

Certamente, se – come oggi avviene – poggia sull’ascolto da parte del sindaco e sulla competenza dei membri dello staff, ciascuno per la materia nella quale è competente. Ovviamente nessuno si aspetta o pretende che i suggerimenti dello staff trovino sempre ascolto presso l’amministrazione. Sono semplici suggerimenti, seri, pesati, ma non vincolanti.

Alcune proposte da lei suggerite si sono concretizzate?

Della quarantina di proposte, recenti o meno recenti, che ho lanciato – a volte con un po’ di coraggio – gran parte sono state presentate in incontri, convegni o articoli di giornale e non in sede di staff. Alcune, le più vecchie, sono di anni fa, nel primo periodo di attività di Bresciacittagrande. Ne cito alcune: il recupero del Teatro Romano; la riapertura della Fiera in stretta sinergia con il Palazzetto Eib; l’utilizzo dell’ex tribunale come sede operativa di gruppi e associazioni culturali e artistiche; l’apertura al pubblico del Teatro Grande come luogo d’arte e di ritrovo; un’illuminazione pubblica di città e periferie non uniforme ma progettata da architetti della luce nel rispetto di ombre e luci; il recupero della Chiesa della Madonna del Lino a supporto dell’Università nella "Piazza della cultura" (piazza del Mercato); l’uso delle stazioni del Metro come luoghi d’arte e centri di informazione urbana. Senza dimenticare i "negozi di città", oppressi dai mega centri commerciali: materia – quest’ultima – che sarà oggetto di un convegno organizzato da BsNews il 23 novembre…

Tra le proposte non accolte, invece?

Ad esempio i suggerimenti contro l’inquinamento dell’aria, come l’uso di materiali fotocatalitici per asfalti e cementi, l’innaffiamento dall’alto delle strade di grande traffico dopo quattro o cinque giorni di siccità, la piantumazione di piante antismog…

Nei suoi interventi si è occupato insistentemente anche della questione della Lombardia Orientale e della necessità che Brescia faccia sinergia con i territori limitrofi per rafforzare il proprio peso rispetto a Milano…
Da quattro anni, insistentemente come dice lei, ho ripetuto che l’unica via per una affermazione forte e internazionale del territorio mi pare possa essere l’aggregazione pluriprovinciale di Brescia Mantova e Cremona, sotto la guida istituzionale pubblica, anche perché già esistono aggregazioni, collaborazione e unificazioni da parte di enti e associazioni di gran rilievo. Ritengo, ad esempio, che alcune prospettive straordinarie possano essere realizzate solo in questo ambito lombardorientale: un complesso fieristico di livello internazionale anche con funzioni di promozione e di cultura tecnica, un campus universitario di vasta area, centri prestigiosi e sinergici in campo universitario, una sanità di alta specializzazione ecc.

Rimanendo nel campo della politica, che ne pensa del Referendum?

Quanto alla riforma costituzionale, avrei certamente preferito la prima proposta Renzi del 2014, nella quale erano inclusi una trentina di senatori non eletti ma scelti fra le competenze e le eccellenze italiane in vari settori. Utilissimo sarebbe stato immettere nella compagine politica, oggi così scadente, un’iniezione di sana o meglio eccellente parte di società civile. Un Senato non elettivo avrebbe permesso di uscire dal meccanismo delle elezioni politiche, meccanismo totalmente in mano alla partitocrazia. La riforma attualmente proposta, non è perfetta ma se opportunamente accompagnata dalla Riforma dei Partiti e dal quella della Pubblica amministrazione, può essere positiva e costituire un primo passo sulla strada del rinnovamento. Indispensabile che sia completata da una riforma elettorale più possibilmente aperta e democratica.

Chiudiamo parlando dell’altra sua sua grande passione, la cultura. Lo scorso anno lei ha scritto e portato in scena un pezzo teatrale, "Noi, un’amicizia che continua". Ha in cantiere qualche nuovo lavoro?

Si trattava di un testo e di un breve brano musicale sotto l’emozione della scomparsa di uno dei miei più cari amici, il musicista, poeta, artista Claudio Rocchi. Oggi ho iniziato a gettar le basi di un nuovo pezzo, tratto da un breve racconto contenuto nel libro "Convivio Bresciano" (il libro, pubblicato nel giugno 2015, tra pochi giorni verrà premiato – come miglior saggio – nell’ambito della Rassegna della Microeditoria Italiana di Chiari, ndr). La inviterò alla prima serata. Spero in un po’ di successo, ma sopratutto mi piacerebbe, come mi capitò lo scorso anno, aprire un dialogo con chi incontro, anche semplicemente passeggiando in città.

E’ questa la motivazione principale che la spinge a scrivere articoli e libri?

È questa…

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Redazione BsNews.it

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