Sono finiti nei guai per ciò che si scambiavano su whatsapp. Ma il problema, stavolta, non erano foto troppo hot condivise tra adolescenti, come spesso la cronaca racconta. I carabinieri, infatti, hanno indagato tre 30enni di Vestone per aver creato e animato un gruppo sulla nota piattaforma per condividere in tempo reale informazioni relative alla posizione dei posti di blocco delle forze dell’ordine lungo le strade bresciane.
Una sorta di social antisanzioni, che però ora potrebbe costare carissimo ai tre e agli altri 240 partecipanti del gruppo. L’accusa, a vario titolo – secondo quanto sostiene il Giornale di Brescia – potrebbe essere infatti quella di interruzione di pubblico servizio o di favoreggiamento.
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