Roma ha dedicato una mostra personale ad Arturo Dazzi nel cinquantesimo dalla sua scomparsa. Brescia continua a imporre la prigione di un magazzino a una delle sue opere più note, il Bigio, che da anni è nascosto al pubblico nonostante un costoso restauro (180mila euro) e numerosi appelli a ricollocarlo sul basamento di piazza Vittoria. A scriverlo è www.ilBigio.it, il sito che raccoglie i sostenitori (non nostalgici) del ritorno del Colosso di Dazzi in piazza Vittoria e che commentano con fastidio le ultime notizie di cronaca.
E’ di queste ore, infatti, la notizia che la Loggia è alla ricerca di un sostituto per la scultura del Dazzi. Il Comune ha incarico il presidente di Brescia Musei Massimo Minini di compiere la ricerca e dalla Soprintendenza ai beni culturali è arrivato il primo via libera, a patto che le opere vengano concordate di volta in volta e che non rimangano sul basamento per più di 12 mesi.
L’ipotesi più probabile, ad oggi, è quella di una scultura di Mimmo Palladino, che potrebbe arrivare in piazza prima di Natale. Ma servono 50mila euro, tra trasporto, allestimento e assicurazioni. Un assegno che potrebbe essere staccato da uno sponsor privato.
Nel frattempo, però – continuano il sostenitori del Bigio – il Comune dice no al Bigio. No al ritorno in piazza. No al trasferimento nei musei cittadini. No al trasferimento in uno dei tanti musei che l’hanno chiesto. La statua deve restare nascosta.
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